Un’altra mattana di Gheddafi: Libia vietata agli europei per far dispetto alla Svizzera

Muammar Gheddafi

Gheddafi ne ha pensata un’altra: vuole “punire” la Svizzera per aver osato a suo tempo il fermo del figlio e della nuora per maltrattamenti ai loro domestici in terra elvetica e per aver poi stilato una lista di libici non graditi da respingere alla frontiera. E quindi cosa fa Gheddafi? Siccome la Svizzera sta in Europa, vieta la Libia ai turisti e ai viaggiatori europei. Tripoli sospende la concessione di visti turistici e rimanda indietro italiani, maltesi, portoghesi, insomma europei che sbarcano nei suoi aeroporti.

È cominciata l’altra sera con l’annuncio che non si rilasciavano più visti d’ingresso ai cittadini provenienti dai Paesi Schengen, prosegue con il respingimento allo scalo di Tripoli. Intanto l’Italia sconsiglia ai cittadini tutti i viaggi verso la Libia, il ministro degli Esteri Frattini condanna la decisione libica che «prende in ostaggio tutti i Paesi dell’area Schengen», mentre la Commissione Ue «deplora la decisione unilaterale e sproporzionata delle autorità libiche di sospendere la concessione di visti a cittadini di paesi dell’area Schengen», attraverso una nota del commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom.

«È così. La decisione è stata presa. Nessun visto per gli europei, con l’eccezione della Gran Bretagna», ha confermato un funzionario libico all’agenzia di stampa Reuters.

La mossa di Tripoli è una reazione alla pubblicazione da parte della Svizzera — un paese entrato nell’aerea Schengen nel 2008 — di una “lista nera” di circa 180 personalità libiche alle quali è stato vietato l’ingresso nel Paese elvetico.

Intanto si susseguono da domenica sera i rimpatri di passeggeri atterrati all’aeroporto internazionale di Tripoli: sono stati rimandati indietro tre italiani, nove portoghesi, un francese e un altro cittadino europeo proveniente dal Cairo.

Il direttore dell’Ufficio Alitalia di Tripoli, Gianluca Della Torre, ha affermato di «temere maggiori restrizioni già a partire dal prossimo volo, quello delle 24 e 45».

Le compagnie aeree hanno fatto scendere prima i passeggeri non europei e solo in un secondo momento tutti gli altri che vengono poi fermati al controllo passaporti dove inizia una lunga trafila che in molti casi porta al rimpatrio.

Alcuni sono stati trattenuti per ore all’interno dell’aeroporto dalle autorità locali prima di essere lasciati liberi di andare. Tre dei sei italiani respinti dalle autorità aeroportuali libiche provenivano con il volo AZ Alitalia delle 24 e 45 proveniente da Roma di domenica notte. Uno dei passeggeri è un residente con permesso di soggiorno, uno ha un visto d’affari ad ingressi multipli di sei mesi e uno ha un visto d’affari singolo.

«È iniziato tutto intorno alle 20 – spiega  Della Torre quando hanno fermato al loro ingresso in aeroporto 40 passeggeri provenienti da Tunisi e Malta. Poi è stata la volta del volo Alitalia delle 24 e 45. Gli ultimi ad uscire sono stati rilasciati dalle autorità libiche intorno alle 4 e 45 di questa mattina».

ITALIA Sono 6  gli italiani respinti e 7 quelli ancora bloccati all’aeroporto di Tripoli. Lo ha riferito il Console Generale d’Italia in Libia, Francesca Tardioli, precisando che dei 22 italiani arrivati a Tripoli con voli dell’Air Malta e dell’Air Afriquiya bloccati nel corso della giornata di oggi all’aeroporto di Tripoli, tre sono stati appena rimandati indietro, facendo quindi salire a sei – dopo i tre connazionali rimpatriati stamani – il numero dei “respinti”.

Dei ventidue connazionali arrivati in giornata a Tripoli, al momento sette sono ancora bloccati in aeroporto, e di questi sette – sempre secondo quanto riferisce Francesca Tardioli – quattro rischiano di essere rimandati indietro, mentre i restanti 12 sono stati fatti passare. «Abbiamo lavorato basandoci sulle liste delle prenotazioni – ha spiegato il console – spalla a spalla con le autorità libiche che a tratti ci consentivano di entrare in contatto diretto con i nostri connazionali».

«La Libia ha sospeso la concessione di nuovi visti di ingresso ai cittadini dei Paesi Schengen, nonché la validità dei visti di ingresso già rilasciati, fino a quando non sarà risolta la condizione» che ha provocato la decisione delle autorità libiche, ha confermato l’ambasciatore italiano a Tripoli, Francesco Paolo Trupiano. La risposta alla misura di Tripoli è arrivata sul sito del viaggiaresicuri.it, il Ministero degli Esteri con un avviso agli italiani: «Si sconsigliano pertanto – si legge nell’avviso – tutti i viaggi verso la Libia fino a quando il problema non sarà risolto».

La Farnesina ha fatto sapere che l’Italia solleverà il caso a Bruxelles. Chiederà che la decisione libica di sospendere la concessione di nuovi visti di ingresso ai cittadini dei Paesi Schengen, nonché la validità dei visti di ingresso già rilasciati sia oggetto di discussione alla prossima riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue in agenda il 22 febbraio prossimo.

Di fatto la decisione della Svizzera di bandire in una ‘black list’ 188 personalità libiche tra cui lo stesso Muammar Gheddafi «prende in ostaggio tutti i Paesi dell’area Schengen»,  ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a Sky Tg24, aggiungendo che la Svizzera va aiutata a «risolvere una questione bilaterale», ma «non a spese» di tutti.

Frattini ha spiegato di aver già sottolineato alla Svizzera «la delicatezza» della decisione che si accingeva a prendere con “l’inserimento nella cosiddetta ‘black list’ non di pericolosi ricercati o di autori di reati, come stabilisce l’accordo di Schengen, ma addirittura del leader Gheddafi o del ministro degli Esteri”.

E’ la natura stessa dell’accordo tra i paesi dell’area Schengen, ha precisato il ministro, ad averlo indotto a chiedere, preventivamente, alle autorità svizzere di essere “prudenti”: «se uno dei 27 paesi Schengen blocca – ha spiegato Frattini – tutti gli altri 26, anche quelli che non c’entrano assolutamente niente ne risentono».

Ed è proprio quello che è successo. «Lunedì prossimo a Bruxelles i ministri degli esteri dell’Ue dovranno assolutamente affrontare il tema e prendere una decisione collegiale», ha detto il titolare della Farnesina.

La Svizzera, ha ribadito il ministro, “va aiutata” a risolvere la “questione bilaterale” che ha con la Libia, «ma non a spese dell’Italia, della Francia o di Malta».

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luiss_smorgana