LONDRA, GRAN BRETAGNA – I governi di ogni parte del mondo si stanno affrettando ad evacuare i loro cittadini da una Libia sempre più caotica, utilizzando aerei charter e militari e, nel caso della Gran Bretagna, dell’Olanda e della Turchia, mobilitando navi militari, a quanto riferisce il New York Times.
Il ministro degli esteri britannico William Hague ha detto che molti delle centinaia di cittadini britannici in Libia ”sono bloccati all’aeroporto di Tripoli senza voli in partenza a causa di annullamenti di voli, chiusure dello spazio aereo e difficoltà nell’ottenere permessi di partenza da parte delle autorità competenti”.
Hague ha dichiarato di aver richiesto un’urgente autorizzazzione per l’atterraggio a Tripoli di un charter ed ha aggiunto che la fregata Cumberland sta facendo rotta verso la Libia ”nel caso dovesse svolgere un ruolo nell’assistere i cittadini britannici”.
Gli Stati Uniti continuano a sollecitare i loro cittadini a lasciare la Libia. L’ambasciata americana a Tripoli, che già lunedi scorso ha ordinato al personale non essenziale ed alle loro famiglie di lasciare il Paese, non ha rilasciato dichiarazioni e non è ancora chiaro quanti americani ci sono in Libia.
Come la Gran Bretagna, l’Italia, l’Egitto, la Francia, la Germania e l’Olanda hanno inviato charter civili e militari per rimpatriare i loro cittadini. L’Olanda ha inviato una fregata della marina militare nel caso che la Libia decidesse di chiudere il proprio spazio aereo, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri.
Secondo la Farnesina circa 1.500 italiani vivono in Libia, che fornisce all’Italia la gran parte del suo fabbisogno di gas naturale ed intrattiene con essa importanti rapporti economici. L’Eni, la più grande compagnia energetica straniera in Libia, ha cominciato ad evacuare il suo personale lunedi scorso.
Secondo la Reuter, che ha citato l’agenzia di stampa ufficiale libica Jana, il colonnello Muammar Gheddafi ha telefonato al premier Silvio Berlusconi per assicurarlo che ”la Libia sta bene”.
Secondo la Bbc la Cina ha evacuato 83 lavoratori da Tobruk trasferendoli al confine con l’Egitto, da dove funzionari dell’ambasciata cinese a Tripoli li hanno portati a Serum. La Turchia ha oltre 25 mila suoi cittadini in Libia, gran parte dei quali impiegati nel fiorente settore edilizio. La compagnia turca di bandiera sta aspettando il permesso libico di inviare tre aerei a Tripoli e sette a Bengasi.