Torna rovente, dopo i timidi segnali distensivi dei giorni scorsi, il clima tra Libia e Svizzera. Tripoli ha infatti alzato i toni del confronto e lanciato l’embargo commerciale ed economico “totale” nei confronti di Berna. Una nuova mossa sullo scacchiere della querelle diplomatica che contrappone i due paesi, scandita già dalla crisi dei visti Schengen e dall’appello – lanciato da Gheddafi – alla Jihad, la “guerra santa” contro lo Stato elvetico per la questione del referendum sui minareti.
Ma il fronte svizzero non è il solo che ha registrato oggi un nuovo affondo di Tripoli. La Libia ha lanciato infatti anche un altro “attacco” diplomatico: nel mirino, questa volta, sono finiti gli Usa, verso i quali Tripoli preannuncia «ritorsioni e contromisure commerciali» se Washington non porgerà alla Jamahiriya le proprie scuse per aver “ironizzato” sull’appello alla Jihad, lanciato dal Colonnello contro Berna.
L’annuncio dell’embargo “commerciale ed economico totale” verso Berna è arrivato ieri sera dal portavoce del Governo di Tripoli, Mohamed Baayou. Proprio nel momento in cui sembravano aprirsi degli spiragli nella crisi tra i due paesi. Così come aveva anticipato anche il ministro degli esteri libico, Mousa Kousa che, proprio ieri, al Congresso del Popolo – in occasione del trentatreesimo anniversario della Jamahiriya – aveva parlato di “soluzione vicina” con Berna. La Svizzera dal canto suo si è trincerata dietro il “no comment”, unico commento rilasciato dal portavoce del ministero degli esteri elvetico interpellato sulla questione.
L’ embargo arriva dopo le misure già adottate da Tripoli in questi mesi: il taglio delle forniture di petrolio alla Svizzera, il ritiro dei capitali libici dalle banche, la chiusura della Swiss Air e la liquidazione di tutte le aziende svizzere operative in Libia. Una querelle quella libico-svizzera che da 20 mesi vede Berna e Tripoli “duellare” a colpi di ritorsioni.
Al fermo di Gheddafi jr, Tripoli aveva risposto trattenendo due cittadini svizzeri nel paese. E Berna aveva contrattaccato inserendo nella ‘black list’ delle personalità non gradite sul suo territorio, 188 libici, tra i quali lo stesso Colonello. Mossa quest’ultima a cui la Libia, a sua volta, ha risposto prima chiudendo le sue frontiere a tutti i cittadini Schengen. Ed oggi decidendo l’embargo commerciale.
Sul versante Usa, invece, a Tripoli non è piaciuta “l’ironia” con cui si è espresso il portavoce Usa, Philip Crowley che – commentando l’ appello del colonnello alla Jihad contro la Svizzera – aveva citato venerdì scorso il discorso fiume pronunciato dallo stesso Gheddafi lo scorso settembre davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite. «Ho saputo – aveva detto Crowley riferendosi all’appello alla Guerra Santa – e mi è tornato alla mente quella giornata di settembre, una delle riunioni più memorabili dell’Assemblea generale dell’Onu: molte parole, un sacco di carta che volava, ma non necessariamente molto senso».
Intanto solidarietà piena alla Libia è venuta dai paesi della Lega Araba riuniti ieri al Cairo. I ministri hanno definito ” razzista” la Svizzera ed hanno richiesto ufficialmente alle istituzioni dell’Unione Europea di «rifiutare la lista di persone non ammesse nei Paesi Schengen». I Paesi firmatari del documento sono: Somalia, Sudan, Egitto, Marocco, Mauritania, Algeria, Gibuti, Siria, Yemen, Bahrein, Kuwait, EAU, Giordania, Oman, Arabia Saudita, Katar, Tunisia.