Libia, la Svizzera pronta a rinunciare alle restrizioni dei visti

Gheddafi junior

La Svizzera è pronta a rinunciare alla lista di restrizioni dei visti per alcune personalità libiche. Lo si legge in una nota del Consiglio Federale in cui si precisa che, contemporaneamente, ci si «attende che la Libia riveda la sua decisione di interdizione» di ingresso dei cittadini Schengen nel paese.

Nel quadro della mediazione dell’Unione Europea – si legge nella nota – il Consiglio Federale «é pronto, in tempi brevi, a eliminare la lista che prevedeva l’interdizione all’ingresso ed al transito sul territorio svizzero per alcune personalità libiche. Ci si attende – prosegue la nota – che la Libia elimini l’interdizione di ingresso ai cittadini Schengen. L’obiettivo della Svizzera resta la liberazione di Max Goldi, il cittadino elvetico trattenuto in Libia, e per farlo – conclude il comunicato è pronta a negoziare sulla base delle proposte dei due mediatori europei».

Le prime scintille della guerra diplomatica tra i due Paesi risalgono però al 15 luglio del 2008, quando Hannibal Gheddafi – il figlio del colonnello – e la moglie furono fermati in un grande albergo ginevrino dopo la denuncia per maltrattamenti sporta contro di loro da due domestici. La coppia fu liberata dopo due giorni di detenzione dietro pagamento di una lauta cauzione. Allo sgardo svizzero Gheddafi reagì con misure durissime, tra cui lo stop dei visti da parte di Tripoli.

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