Accade spesso che in una competizione elettorale le donne, data la possibilità, tendano a votare per altre donne. Ma nella caotica e combattuta campagna elettorale per le elezioni di medio termine che si svolgeranno il 2 novembre negli Stati Uniti, ce n’è una che è riuscita nella non facile impresa di ottenere l’effetto contrario.
Linda McMahon, candidata al seggio senatoriale del Connecticut, sta esagerando e lo sta facendo da troppo tempo. Dichiara al New York Times Dolores Meehan che ogni volta che accende il televisore, eccola là, Linda McMahon che inveisce contro il suo concorrente per l’ennesima volta.
”Dà fastidio alla gente”, dice la Meehan, un’ex-impiegata telefonica in pensione. ”Manda in onda 10-12 spot televisivi ogni ora, e se stai guardando un programma è insopportabile”.
Non ne può più neanche Liz Costas, proprietaria di un ristorante a Stamford. ”Ha piazzato un tabellone grande quanto la mia macchina accanto alla mia casa”, dice.
Con le elezioni a circa tre settimane di distanza, la McMahon quando ha lanciato la sua ossessiva campagna elettorale non si aspettava certo il risultato che ha ottenuto: molte donne del suo distretto non voteranno per lei. Un sondaggio CNN/TIME ha accertato che il candidato democratico Richard Blumenthal ottiene il doppio dei consensi della sua avversaria.
Tre dozzine di donne intervistate in tutto lo stato hanno detto di essere infastidite dalla violenza degli attacchi rivolti a Blumenthal, dai milioni di dollari che la McMahon sta spendendo in pubblicità nel tentativo di farsi eleggere e dai suoi tabelloni che deturpano il paesaggio. Stacey Smith, direttore di di una organizzazione senza scopi di profitto a Stanford, si dice ”disgustato” e aggiunge: ”Con tutti quei soldi che sta spendendo il seggio senatoriale se lo sta comprando”.
Il sondaggio CNN/Time mostra che Blumenthal deve il suo vantaggio sulla McMahon proprio all’appoggio che gli danno le donne dello Stato. Sebbene tra gli uomini la percentuale dei consensi è uguale, tra le donne il vantaggio di Blumenthal è del 61 per cento contro il 34 per cento. E da un punto complessivo è preferito dal 54 per cento degli intervistati contro il 41 per cento della McMahon.