Membri di Al Qaeda che per anni sono stati imprigionati in Iran da qualche tempo possono uscire ed entrare liberamente nel Paese, suscitando il sospetto che il Paese islamico stia allentando la sua stretta sull’organizzazione terroristica per consentirle di colmare i vuoti creatisi nelle sue file, a quanto hanno rivelato all’Associated Press funzionari dei servizi segreti americani.
Questo andirivieni potrebbe indicare che l’Iran sta rivedendo la sua torbida relazione con Al Qaeda in un momento in cui gli Stati Uniti stanno intensificando gli attacchi dei loro drones in Pakistan per indebolire la leadership dell’organizzazione. Il ruolo dell’Iran non è chiaro, ma gli analisti sottolineano che qualsiasi influsso di nuovi adepti rafforzerebbe il morale e le capacità di Al Qaeda di distruggere la stabilità nella regione.
Le relazioni tra l’Iran e Al Qaeda sono state avvolte dal mistero dall’invasione americana dell’Afghanistan nel 2001, quando molti leader dell’organizzazione sono fuggiti in Iran e subito arrestati. Il regime sciita iraniano è generalmente ostile al gruppo terroristico sunnita, ma a volte stabiliscono relazioni di convenienza fondata sulla reciproca inimicizia per il comune nemico, gli Stati Uniti.
Funzionari dei servizi Usa hanno cercato di intercettare ed osservare con i satelliti questo tipo di contatti, e la Cia ha perfino creato un programma altamente segreto, chiamato RIGOR, per monitorare ed uccidere membri di Al Qaeda in Iran. Ma i risultati non sono stati eccellenti. Intercettare e capire i movimenti di Al Qaeda in Iran resta uno dei compiti più difficili dell’intelligence aamericana.
”Per noi è un’area oscura”, dichiara l’ex-funzionario della Cia Bruce Riedel, ”quale è esattamente il livello dell’attività di Al Qaeda in Iran è sempre stato un mistero”.
L’andirivieni dei membri di Al Qaeda in Iran, scrive l’Associated Press, è cominciato verso la fine del 2008, quando gli Stati Uniti intensificarono i loro sforzi per imporre sanzioni internazionali dirette a fermare, ma senza successo, il programma nucleare iraniano. Proprio intorno a quella data fu concesso di lasciare il Paese a Saad Bin Laden, uno dei figli di Osama Bin Laden, assieme ad altri quattro esponenti di Al Qaeda. Da allora le uscite si sono intensificate.
Sull’importanza dei membri di Al Qaeda rilasciati dall’Iran i pareri non sono concordi, ma un agente del controspionaggio americano ha dichiarato di credere che si tratti di persone di importanza limitata.
In ogni caso, la principale preoccupazione degli americani è che questi movimenti precedano il rilascio del ”consiglio di gestione” di Al Qaeda, che include alcuni tra i personaggi più pericolosi dell’organizazione. Tra i più ricercati dagli americani c’è Saif al-Adel,un egiziano consigliere di Osama che è sulla lista dei maggiori ricercati dell’Fbi per gli attentati dinamitarsi del 1998 contro le ambasciate americane in Kenya e Tanania.
Circa un anno fa l’intelligence americana venne a sapere che al-Adel, uno dei fondatori di Al Qaeda, si era recato a Damasco. Sulla testa di al-Adel gli Stati Uniti hanno posto una taglia di 5 milioni di dollari.