Mandela e la fondazione per i bimbi, le figlie in causa: “A noi il controllo”

Nelson Mandela (Foto Lapresse)

JOHANNESBURG – Nemmeno i Premi Nobel che hanno fatto la storia si salvano dalle liti per i soldi. Accade così che Nelson Mandela, padre del Sudafrica contemporaneo, debba affidarsi ad un avvocato per difendere la propria fondazione per l’infanzia dalle mire delle figlie, Zenani e Makaziwe.

Le due donne hanno fatto causa al padre per ottenere il controllo sui suoi soldi, compresi i due fondi di investimento da 1,7 milioni di dollari destinati proprio alle attività della fondazione per i bambini. Eppure non ne avrebbero certo bisogno. Tra ville, miniere, società e aziende di abbigliamento e intrattenimento Zenani e Makaziwe Mandela sono tra i pochissimi ricchissimi della Repubblica Sudafricana.

Nonostante questo patrimonio (secondo il quotidiano sudafricano Beeld sono in tutto almeno 110 le società intestate a qualcuno dei Mandela) la figlie di Madiba hanno incaricato un avvocato, un tempo vicino al Premio Nobel per la pace, di portarle anche dentro alla fondazione.

L’avvocato è Ismail Ayob, storico difensore degli attivisti anti-apartheid, oltre che uno dei pochi a visitare regolarmente Madiba nel carcere di Robben Island. Ma nel 2005 venne allontanato da lui con l’accusa di aver venduto dei quadri autografati.

A difendere Mandela c’è George Bizos, amico personale di Mandela. Secondo le figlie lui, insieme ad un imprenditore e ad un altro avvocato, si starebbe intascando proprio i soldi della fondazione. Zenani e Makaziwe vogliono allontanarlo e stare loro al suo posto, controllare loro i fondi per i bambini. Mandela per ora non cede. Ma certo difficilmente si sarebbe aspettato di passare dalle lotte contro l’apartheid alle liti in famiglia per l’eredità.

 

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Maria Elena Perrero