In salita missione Kerry in Medio Oriente per pace tra Israele e palestinesi

John Kerry e Abu Mazen a colloquio

ISRAELE, TEL AVIV –  Tutta in salita la strada che sta percorrendo il segretario di Stato Usa John Kerry – al suo ennesimo viaggio in medio oriente – nel tentativo di evitare che il negoziato di pace tra israeliani e palestinesi dall’impasse attuale diventi vera e propria crisi, come si è sfiorato nell’ultimo incontro tra i negoziatori delle due parti.

Kerry – dopo l’incontro a Betlemme con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, sulla cui determinazione alla pace si è detto convinto – ha ribadito che l’amministrazione americana considera “gli insediamenti israeliani illegittimi e dannosi per il proseguimento del processo di pace”. Ed ha smentito che i palestinesi abbiano acconsentito alla costruzione di nuovi alloggi nelle colonie in cambio della liberazione dei detenuti da parte di Israele, come ha più volte sostenuto la leadership dello Stato ebraico. Soprattutto dopo il rilascio della seconda tranche di 26 palestinesi nelle scorse settimane fortemente avversata dalla destra della maggioranza di governo.

“Voglio essere assolutamente chiaro, un simile accordo non c’è mai stato”, ha detto, aggiungendo che gli Usa cercheranno di limitare l’espansione delle colonie “il più possibile”. Lo stesso premierisraeliano Benyamin Netanyahu – in incontri con Kerry – ha ammesso di essere “preoccupato” per l’andamento del negoziato, ma ha addossato la responsabilit� ai palestinesi, che “con il loro incitamento, continuano a creare crisi artificiali, continuano ad astenersi dal prendere le decisioni storiche necessarie per fare la pace”.

Lo sviluppo delle colonie non è l’unico motivo di frizione tra le parti: i palestinesi si oppongono con forza anche ad una presenza israeliana nella Valle del Giordano, invocata da Netanyahu nei giorni scorsi – secondo i media – per motivi di sicurezza. C’è poi il problema, altrettanto spinoso, della diversità di vedute tra le parti sui confini tra i due Stati.

Nel rimpallarsi dei motivi dello stallo attuale, Kerry ha mediato ricordando che in ogni trattativa ci sono “degli alti e dei bassi” e ha ribadito la sua volontà di giungere nei nove mesi di tempo all’accordo. “Il presidente Obama ed io – ha ammonito – siamo determinati e non ci faremo fermare”. Sul piatto ha messo un nuovo ulteriore piano americano in Cisgiordania: 75 milioni di dollari in micro interventi per l’economia palestinese che si aggiungono ai 25 milioni già stabiliti e che porta l’intero intervento alla cifra tonda di 100 milioni di dollari.

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lgermini