GERUSALEMME – La responsabile per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, e' stata ricevuta oggi a Gerusalemme dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu, concludendo cosi' una serie di incontri con i governanti israeliani e palestinesi, cominciati lo scorso giovedi', al fine di rilanciare negoziati di pace diretti e, apparentemente, anche di prevenire iniziative unilaterali palestinesi. Sull'esito del colloquio con Netanyahu nessuna dichiarazione e' finora giunta dalle parti.
In precedenza pero' fonti informate israeliane avevano anticipato che il premier avrebbe avvertito il capo della diplomazia europea che il riconoscimento di uno stato palestinese unilateralmente proclamato all'Assemblea Generale dell'Onu, a settembre, causera' danni irrimediabili al processo di pace israelo-palestinese. Israele afferma che uno stato palestinese potra' nascere solo con un negoziato diretto.
Un messaggio in questo senso era stato del resto gia' rivolto alla Ashton dal ministro degli esteri, Avigdor Lieberman, lo scorso venerdi'. A conclusione di un colloquio tra i due, Lieberman aveva infatti affermato che ''una mossa unilaterale (palestinese) all'Onu sarebbe la fine degli accordi (israelo- palestinesi) di Oslo e una violazione di tutti gli accordi finora conclusi''. Di conseguenza, aveva aggiunto, Israele ''non si riterrebbe piu' impegnato agli accordi che ha firmato con i palestinesi negli scorsi 18 anni''. Lieberman, inoltre, aveva detto di stimare ''nulle'' le prospettive di ripresa dei negoziati diretti con i palestinesi prima della prossima Assemblea Generale dell' Onu. Da parte della signora Ashton invece l'affermazione che bisogna continuare gli sforzi per riattivare i negoziati israelo- palestinesi, sospesi dallo scorso settembre circa due settimane dopo che erano ripresi dopo circa due anni di interruzione.
Oltre alla signora Ashton, che domani a Bruxelles riferira' ai ministri degli esteri europei sugli esiti della sua missione, erano giunti nella regione nei giorni scorsi con gli stessi scopi anche David Hale, facente funzione di inviato Usa in Medio Oriente, e Dennis Ross, consigliere della Casa Bianca sulle questioni mediorientali.
La parte palestinese, nei colloqui con la Ashton, ha chiesto all'Ue il riconoscimento di uno stato di Palestina sui confini antecedenti l'occupazione israeliana della Cisgiordania nel 1967, con Gerusalemme Est per capitale. Secondo il principale negoziatore palestinese, Saeb Erekat, la Ashton ha evasivamente risposto che la questione dovra' essere discussa in seno all'Ue, dove alcuni stati, come la Germania, hanno gia' espresso opposizione a iniziative unilaterali palestinesi. Per l'Ue, ha ribadito, e' pero' prioritaria la ripresa dei negoziati di pace.
Al tempo stesso Erekat ha affermato che i palestinesi sono disposti a tornare al tavolo delle trattative dirette con Israele se quest'ultimo accettera' il principio di uno stato palestinese basato sui confini del 1967 e se acconsentira' a sospendere tutte i piani di espansione degli insediamenti ebraici nei territori rivendicati dai palestinesi. Due richieste respinte da Israele che oggi ha approvato un piano di ampliamento di 2000 alloggi a Ramat Shlomo, un controverso rione di insediamento ebraico a Gerusalemme Est.