EL AVIV – Nel tentativo di ridurre le pressioni diplomatiche su Israele, il premier Benyamin Netanyahu sta esaminando alcune mosse tattiche fra cui un ritiro delle forze israeliane da alcune parti della Cisgiordania. Lo sostiene oggi Haaretz, dopo che già ieri, 11 aprile, il quotidiano Yediot Ahronot aveva riferito con toni allarmati di una ”grave rottura” fra la Casa Bianca e il governo israeliano.
Secondo la stampa locale, Netanyahu cerca di impedire che a settembre la Assemblea generale delle Nazioni Unite riconosca uno stato palestinese entro le linee di demarcazione che erano in vigore fino al 1967.
Haaretz ha appreso adesso che Netanyahu potrebbe ordinare un riassestamento delle forze israeliane in Cisgiordania che prevederebbe un’estensione delle aree dell’Autorità nazionale palestinese, sotto un suo controllo totale (‘zone A’) oppure parziale (‘zone B’). In ogni caso, precisa il giornale, il premier non ordinerebbe in questa fase lo sgombero di alcun insediamento ebraico.
Netanyahu, aggiunge il giornale, ritiene che al momento siano modeste le possibilità di una ripresa delle trattative dirette con il presidente Abu Mazen. Di conseguenza vedrebbe con favore la organizzazione almeno di un incontro internazionale che sproni le due parti a riprendere il dialogo.