Dopo 30 anni al potere i Mubarak a processo: la fine dell’ex rais e dei suoi figli

Hosni Mubarak

IL CAIRO – I Mubarak sono sotto processo: lo è l’ex rais d’Egitto Hosni, così come suo figlio Gamal e l’altro Alaa. Mentre due infarti hanno colpito il padre, ricoverato a Sharm el Sheikh.

Così sta lentamente finendo un impero lungo 30 anni. ”Anche se la salute del capo dovesse riprendersi, e le accuse dovessero cadere certo il clan Mubarak non potrà più recuperare il dominio della politica e dell’economia egiziane di prima”, dicono i manifestanti di piazza Tahir.

E c’ è chi attribuisce alla ‘lady di ferro’ Suzanne Mubarak, protettrice oltre ogni limite delle ambizioni presidenziali del figlio più giovane, la colpa di non aver fermato il declino avviato dopo il 25 gennaio, a anche prima. Il 10 febbraio, giorno che precedette le dimissioni di Mubarak dalla presidenza, l’allora first lady svenne due volte mentre i due figli litigavano violentemente ed il presidente registrava per la tv di stato il discorso che avrebbe suggellato la sua fine politica. Alaa rimproverava al fratello di aver fatto decadere l’immagine del padre per dare spazio, potere e capitali a suoi amici fedeli.

Gamal accusava l’altro di aver coltivato propri interessi economici, con armi meno raffinate della politica. Intervennero consiglieri del presidente – dicono le cronache – per separarli. Soprannominato ‘Jimmy’ per il suo filoamericanismo, 47 anni, con una formazione di tipo economico, ed una passione per gli occhiali da sole, Gamal, formatosi all’Università americana del Cairo (Auc) e poi con esperienze di lavoro in banca, arrivò alla politica nel 2000, entrando nel partito del padre, il Partito nazional democratico. Poco alla volta ne ridisegno’ la struttura per modernizzarlo.

Arrivato nel carcere di Tora con il fratello Alaa, Gamal Mubarak ha trovato altri esponenti del regime gia’ in carcere ed in particolare l’ex primo ministro Ahmed Nazif, esperto tecnocrate, che proprio lui aveva fatto designare nel 2004 per imprimere una svolta modernista alla stantia politica egiziana. Alaa, di due anni più anziano, quasi mai è apparso in pubblico: alcuni fan ne proposero la candidatura alla presidenza quando nel novembre 2009 condannò pesantemente in tv Algeri ed il suo governo per disordini scoppiati a Khartoum alla fine di una partita tra le nazionali egiziana ed algerina.

Le cronache ricordano anche denunce di tangenti: un esempio e’ la societa’ con l’ex ministro dell’edilizia popolare, Ahmed el Maghrabi – anch’egli sotto inchiesta – che gli avrebbe fruttato circa 50 milioni di lire egiziane per un complesso residenziale. La figura più emblematica della famiglia, tuttavia, ma anche più contraddittoria, è quella di Suzanne Sabeth, sposata Mubarak, figlia di un pediatra egiziano e di un’infermiera del Galles.

Laureata in Scienze Politiche con una tesi in sociologia, e allieva del professor Saeddin Ibrahim, che i servizi segreti fecero arrestare nel 2003 accusandolo di propaganda anti-egiziana. Da molti considerata il vero ‘cervello’ del clan Mubarak ha avuto riconoscimenti anche internazionali per il suo impegno a favore dei bambini e dell’educazione. Ad esempio sponsorizzò con coraggio la prima conferenza tenuta al Cairo da Emma Bonino sulle mutilazioni genitali femminili. Non poche pero’ le voci – rimaste finora solo tali – su suoi coinvolgimenti, non totalmente trasparenti, in finanziamenti e investimenti: su un conto bancario segreto, intestato alla Biblioteca Alessandrina, istituzione per la quale si era battuta, sarebbero stati depositati per lei 149 milioni di dollari.

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luiss_smorgana