WASHINGTON, STATI UNITI – Gli Stati Uniti hanno tolto l’embargo sulla maggior parte delle importazioni dalla Birmania, in seguito alle sanzioni decise una decina di anni fa contro l’ex regime militare di Rangoon. Lo ha annunciato il Tesoro americano. La decisione arriva alla vigilia del nuovo tour asiatico del presidente americano, Barack Obama, che include, lunedi, una storica tappa proprio in Birmania. Obama è il primo capo della Casa Bianca a recarsi nel Paese asiatico.
A Rangoon il presidente incontrerà il presidente birmano – che ha visitato gli Stati Uniti a settembre – e la carismatica leader del’opposione Aung San Suu Kyi.
L’eliminazione dell’embargo viene motivata dall’amministrazione Usa con la volonta’ ”di sostenere gli sforzi di riforma in corso da parte del governo birmano e di promuovere il cambiamento, oltre ad offrire nuove occasioni alle imprese birmane ed americane”. Gli Stati Uniti si dicono tuttavia ancora ”preoccupati” per la corruzione che dialaga nel Paese asiatico e per la detenzione nelle carceri birmane di persone ancora considerate prigionieri politici.
Preoccupazione di Washington anche per i legami che il governo di Rangoon continua ad avere con il regime della Corea del Nord e per i ”conflitti etnici” che proseguono in alcune aree del Paese.
L’embargo tolto dagli Stati Uniti su gran pate delle importazioni birmane non riguara le pietre preziose come giada e rubini, che venivano usate dalla giunta militare per finanziarsi. Gli Stati Uniti sono inoltre preoccupati da notizie di abusi dei diritti umani ai danni delle squadre di lavoratori che cercano le preziose pietre.