Anche se il presidente americano Barack Obama non ha ottenuto granché dopo il vertice con il suo omologo Hu Jintao, ora però convince di più gli americani. Dopo un anno e mezzo di calo dei consensi, sono arrivati i sondaggi di Wall Street Journal e Nbc che lo danno in recupero.
Mettendo in agenda la questione diritti umani, piuttosto scomoda alla Cina, il presidente Usa ha ripreso contatto con la sua gente. Ha difeso i diritti delle industrie americane che lavorano nel territorio del Dragone ed è sembrato più convinto, meno piegato al suo interlocutore.
Certo è che la risposta di Hu non è stata proprio delle migliori: “La Cina non è una minaccia, ma sul Tibet niente interferenze”.
Massimo Gaggi sul Corriere della Sera definisce questo atteggiamento una sorta di “rincorsa” verso le presidenziali del 2012.
Leslie Gelb, presidente emerito del Council on Foreign Relations, ha detto che per strappare qualche punto durante il vertice con la Cina i diplomatici Usa avrebbero minacciato di non pubblicare un comunicato congiunto a fine visita e di cancellare la cena di Stato. Sarà vero? Alla fine gli Usa e Obama sono rimasti quasi a mani vuote e Pechino non ha mollato.