Lo ha precisato oggi il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo a domande di giornalisti. Il caso Paetz è scoppiato per una seconda volta – dopo il clamore di otto anni fa – nei giorni scorsi in Polonia, quando i maggiori quotidiani hanno annunciato un suo possibile reintegro pieno nelle funzioni religiose: per protestare contro questa eventualità -sempre secondo notizie stampa – il suo successore e attuale vescovo di Poznam, mons. Stanilsaw Gadecki, avrebbe minacciato le dimissioni. Già ieri, dalla diocesi polacca, erano giunte le prime smentite.
“E’ infondato in questo caso – ha precisato stamane padre Lombardi – parlare di ‘riabilitazione’, poiché la questione trattata nella corrispondenza con Roma riguardava esclusivamente la sua autorizzazione o meno a presiedere celebrazioni pubbliche in seguito a invito da parte di un parroco, sempre previo il necessario nulla osta da parte dell’Ordinario”.
“I criteri e le restrizioni stabiliti nel 2002 e finora seguiti non verranno tuttavia modificati”, ha affermato il portavoce vaticano. Insomma, non vi era stata una richiesta di riabilitazione, ma di alleggerimento delle sanzioni, a cui comunque la Santa Sede ha deciso di dare parere negativo. “Completamente infondato” – ha poi detto padre Lombardi – il fatto che mons. Gadecki “abbia presentato o anche solo prospettato la possibilità di rinunciare al governo della diocesi” di Poznam.