“Pio XII salvò migliaia di ebrei”. Nuovi studi ma anche Israele rivede i giudizi

Pio XII

ROMA – Tacciato di antisemitismo e di indifferenza verso gli ebrei destinati ai forni crematori, Pio XII potrebbe essere oggetto, se non di una piena riabilitazione postuma della sua figura, perlomeno di una lettura più indulgente sul suo operato. Due notizie concorrono al modificarsi di quella che finora è risultata una certezza storica, certezza che documenti inediti e riflessioni meno intransigenti si incaricano di demolire. A dispetto della distanza che ci separa dalla tragedia dell’Olocausto, la questione è ancora controversa: al punto che Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme, ha modificato il testo sull’operato di Papa Pacelli.

Mentre uno studioso ebreo americano, Gary Krupp, dopo un lavoro di ricerca durato sei anni compulsando circa 75 mila pagine di documenti inediti e originali, ha potuto dichiarare di aver finalmente trovato prove inoppugnabili secondo cui “Pio XII durante e dopo la guerra fece tutto quello che era in suo potere per proteggere e difendere gli ebrei”. Addirittura spingendosi ad affermare che abbia salvato più ebrei di tutti i leader del mondo messi assieme. E soprattutto, adoperandosi da una città in stato di assedio e non da una comoda poltrona a Londra o a Washington.

Le rivelazioni inedite su un Pio XII impegnato a tenere contatti, lavorare nell’ombra, aprire canali di dialogo e permettere in questo modo di salvare migliaia di ebrei salvaguardando al tempo stesso l’istituzione Chiesa Cattolica, fa da contrappunto alla nuova formulazione iscritta nel tempio della memoria israeliano. E’ sparito, per esempio il riferimento diretto a Pio XII e al suo presunto “fallimento morale”, per far posto proprio all’attualità della controversia che in sede storica non è stata ancora sciolta. Le riserve ebraiche a una completa revisione del giudizio restano ancora forti: ma nel memoriale, accanto alla denuncia del silenzio papale, viene affiancato il giudizio di quanti considerano la neutralità del pontefice il capolavoro strategico per consentire il salvataggio di molte vite umane.

E’ vero, Pio XII non sottoscrisse la dichiarazione del 17 dicembre 1942 degli Alleati in cui si condannava il massacro degli ebrei. E’ controverso, appunto, il motivo politico e umanitario che portò alla decisione. Secondo Gary Krupp, non ci possono esser dubbi, il papa operò in favore dei perseguitati. Come tra l’altro attesta il processo di beatificazione culminato con la firma nel 2009 di Ratzinger. Solo tre ani fa fu motivo di nuovi attriti con lo stato di Israele. Adesso viene fuori che Pacelli, già nel 1917 appoggiava la creazione di uno stato ebraico.

 

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Warsamé Dini Casali