Scambio di spie tra Mosca e Washington, come ai tempi di Brezhnev e della guerra fredda, solo che questa volta l’operazione è ampiamente annunciata e mediatizzata, anche se non da fonti istituzionali. La Russia vuole riportare in patria le dieci spie arrestate a fine giugno negli Usa e ha già trasferito a Mosca il primo candidato per uno scambio, mentre negli Stati Uniti cinque detenuti sono stati portati a New York dopo la sospensione delle udienze a loro carico in altre città. Si tratta dell’esperto nucleare Igor Sutiaghin, condannato nel 2004 a 15 anni di galera per spionaggio a favore degli Usa.
E’ accusato di aver passato segreti alla Cia tramite una società di copertura britannica. E’ stato il suo legale, l’avv. Anna Stavitskaia, ad annunciare l’operazione, con una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il fratello di Sutiaghin, Dmitri. Senza alcuna reazione delle autorità russe. ”Vogliono scambiarlo con uno di quelli arrestati negli Usa per spionaggio”, ha dichiarato l’avvocato. Il fratello ha ipotizzato che l’esperto dovrebbe essere trasferito a Vienna prima di volare a Londra. ”Gli americani hanno presentato una lista di persone che sono pronti a scambiare, Igor è tra loro”, ha spiegato, aggiungendo che finora sarebbero stati comunicati ”tre o quattro nomi”.
Tra questi figurerebbe anche Serghiei Skripal, un ufficiale russo condannato nel 2006 per spionaggio a favore della Gran Bretagna. Ma la lista dovrebbe allungarsi, in base al principio dell”’uno contro uno”. Sutiaghin, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha accettato. Anche perché, dice il fratello, gli americani, in un incontro con ”un generale russo, molto probabilmente dei servizi segreti per l’estero”, hanno spiegato ”molto chiaramente che se una sola persona della lista rifiuta, l’accordo salta”.
Lo studioso russo, ha reso noto l’avv, Stavitskai, ”ha riferito alla sua famiglia che tutto questo sarà presentato come una amnistia”. ”Igor – ha aggiunto – è d’accordo nel firmare un documento nel quale riconosce la propria colpa”, condizione per l’amnistia. Sutiaghin comunque otterrà un passaporto e conserverà la sua cittadinanza russa. E’ evidente il tentativo dei massimi vertici russi e americani di trovare una via d’uscita a uno scandalo che rischia di avvelenare il ‘reset’. Se andrà in porto, sarà il primo ‘spy swap’ annunciato sotto i riflettori, con buona pace per i nostalgici degli ovattati scambi di spie tra americani e sovietici sul ponte Glienicke, che collegava Berlino Ovest alla Germania dell’est.