Da un parte il “rimorso” e lo “sgomento” per i crimini di pedofilia tra le file del clero, con il rinnovato impegno a “non nascondere nulla”. Dall’altro la strenua difesa di quanto fatto da Ratzinger – fin da quand’era cardinale prefetto dell’ex Sant’Uffizio -,intorno al quale la Chiesa mostra di voler fare quadrato. Cardinali e vescovi scendono in campo uno dietro l’altro per fare fronte comune in difesa di una Chiesa cattolica presa d’assedio dallo scandalo-pedofilia.
E’ stato il patriarca di Venezia Angelo Scola, chiudendo la messa del crisma del Giovedì Santo, a parlare stamane di “sgomento, senso di tradimento e rimorso” per gli abusi su minori commessi da sacerdoti, ma anche di “rinnovato impegno a rendere conto di ognuno di questi misfatti, decisi a non nascondere nulla. Senza tentennamenti e minimizzazioni”.
Scola ha sottolineato anche che papa Ratzinger “tanto ha fatto e tanto fa per togliere ‘ogni sporcizia’ dalla compagine degli uomini di Chiesa”, mentre è proprio a lui che “vengono rivolte accuse menzognere”. Avvertendo poi che i vescovi italiani “moltiplicheranno i loro sforzi per prevenire i casi di pedofilia” e che la Chiesa non può subire “strategie di discredito generalizzato”.
Inoltre, per il patriarca di Venezia, “i gravissimi episodi” segnalati “in talune diocesi” non debbono “oscurare il luminoso impegno” dei sacerdoti. Un sottolineatura, questa, analoga a quella del cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Cei, per il quale “nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, può annullare il bene compiuto” da tantissimi sacerdoti, ha detto nell’omelia della messa crismale. E mentre la Radio Vaticana si impegnava per confutare quelli che definisce i “falsi scoop” della stampa americana, in particolare del New York Times, sui presunti insabbiamenti dell’allora cardinale Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, anche altri sono stati i presuli che oggi hanno alzato il ‘muro’ intorno all’attuale Pontefice.
Benedetto XVI,, ha spiegato il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi, “sta vivendo questo momento da uomo di fede, come una prova per se stesso e per l’intera Chiesa”. A far quadrato intorno a Ratzinger, intato, è sceso in campo an sche il suo successore all’ex Sant’Uffizio, il cardinale William Levada, che pur riconoscendo come la vicenda del prete americano Lawrence Murphy sia stata “il più rilevante caso di pedofilia seriale che abbia mai visto”, ha detto proprio al New York Times che Ratzinger non è “mancato in nulla”.Anzi – ha aggiunto – già da capo dicastero vaticano è stato “l’architetto dei passi avanti fatti dalla Chiesa e per questo bisogna dargli merito e mostrare gratitudine”.
Il capo dei vescovi Usa, cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago, ha spiegato ai microfoni della Radio Vaticana che grazie alla determinazione di Benedetto XVI oggi “possiamo allontanare permanentemente” i preti colpevoli di pedofilia, cosa che prima “non era possibile”. E anche il cardinale di Vienna, Christoph Schoenborn, parlando dopo il primo incontro con la presidente della nuova commissione sugli abusi sessuali, Waltraud Klasnic, ha ribadito che Ratzinger “ha sempre avuto una chiara linea contraria all”insabbiamento”. Lo stesso Papa, nell’omelia della messa ‘in coena Domini’ a San Giovanni in Laterano nella quale ha rinnovato il rito della Lavanda dei piedi, chinandosi a lavare e asciugare i piedi a dodici sacerdoti, ha invitato tutti a un profondo “esame di coscienza” rispetto a colpe ed errori che minacciano “l’unità” della Chiesa e che allontanano dalla “comunione con Dia” e dalla testimonianza cristiana.