Il Tar del Piemonte giovedì decide sulle presunte irregolarità delle liste che sostenevano l’attuale governatore Roberto Cota, alle ultime elezioni regionali.
Dalle scelte del Tribunale amministrativo regionale potrebbe dipendere le sorti politiche regionali. Se i ricorsi saranno respinti la legislatura regionale proseguira’ nel suo corso naturale. Secondo alcune ipotesi circolate il Tar potrebbe anche accogliere i ricorsi ma solo parzialmente, giudicando che le irregolarita’ non costituiscono motivo per annullare le elezioni. Ma si tratta di una possibilita’ per ora considerata remota.
Se invece venissero accolte per intero le tesi dei ricorrenti le elezioni di marzo sarebbero annullate e presidente e consiglieri decadrebbero dalle loro cariche. Il presidente Cota potrebbe pero’ ricorrere al Consiglio di Stato, chiedendo una sospensiva e la sentenza del Tar non avrebbe per adesso effetto. Il Consiglio di Stato, in media, impiega circa 12 mesi per decidere nel merito: un periodo durante il quale la Regione sarebbe nella pienezza dei suoi poteri. Cosa questa che non potrebbe invece avvenire in assenza di un ricorso al Consiglio di Stato che renderebbe esecutiva la sentenza del Tar.
In caso di sentenza di accoglimento dei ricorsi da parte del Tar e di eventuale conferma da parte del Consiglio di Stato il presidente decade ma, come accaduto per il Molise nel 2005, Cota resta in carica per l’ordinaria amministrazione. Decadono pure, definitivamente, i consiglieri regionali: la loro elezione viene annullata venendo meno il loro mandato. E se cio’ dovesse accadere, secondo alcune ipotesi, la cosa potrebbe avere conseguenze anche per una delle protagoniste dei ricorsi, la ex presidente Mercedes Bresso. Se dovesse decadere dal ruolo di consigliere regionale verrebbe infatti meno la condizione per cui e’ stata eletta presidente del Comitato delle Regioni della Ue, il cui regolamento non prevede alcun regime di prorogatio.
I RICORSI – I ricorsi sono stati presentati all’indomani delle elezioni vinte dalla coalizione di centrodestra. Uno riguarda la presunta irregolarita’ di alcune firme dei candidati per la lista ”Pensionati per Cota” guidata da Michele Giovine, eletto in consiglio regionale, e sulla quale e’ aperta anche un’inchiesta della procura della Repubblica. Di questo ricorso non si discutera’ domani ma il 15 luglio. Gli altri due ricorsi sono stati presentati da Udc e dalla Federazione dei verdi. Riguardano la lista di centrodestra guidata da Deodato Scanderebech che, uscito dall’Udc, avrebbe dovuto, secondo i ricorrenti, raccogliere le firme e si e’ invece avvalso del collegamento con il suo ex gruppo, ed i Verdi Verdi ai quali viene contestati di essersi presentati con una denominazione che poteva trarre in inganno gli elettori.