Riconoscimento della Palestina: le tappe

NEW YORK, 12 LUG – Se la relativa richiesta per il riconoscimento della Palestina come Stato dovesse essere davvero presentata dai palestinesi e accolta dall'Onu, un eventuale riconoscimento formale del nuovo Stato di Palestina non potrebbe avvenire prima di settembre.

La richiesta deve infatti passare prima al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove pesa la minaccia del veto degli Stati Uniti, e quindi al vaglio dell'Assemblea Generale, dove sono necessari i due terzi dei voti.

I diplomatici palestinesi al Palazzo di Vetro, che al momento non hanno potere di voto ma solo lo status di osservatori, hanno indicato che la richiesta potrebbe arrivare nei prossimi giorni, ''forse entro luglio'', ma non hanno indicato una data. Il voto in Assemblea, invece, potrebbe essere convocato durante la sessione plenaria del prossimo settembre.

Dal punto di vista tecnico, il primo passo e' presentare una lettera al segretario generale Ban Ki-moon. La missiva sarebbe quindi inoltrata ai Quindici. Il Sudan del Sud, nuovo Stato dell'Africa nato lo scorso sabato, ha presentato un'istanza simile, che sara' esaminata domani dal Consiglio e giovedi' dall'Assemblea. Secondo alcune fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro, la richiesta palestinese potrebbe arrivare in occasione del dibattito che ogni mese i Quindici dedicano al Medio Oriente, in agenda per martedi' 26 luglio. Ma alla luce del nulla di fatto emerse ieri dalla riunione del Quartetto, non si esclude che la richiesta possa essere avanzata anche prima, come elemento di pressione diplomatica.

Anche nel caso in cui venisse presentata, potrebbe comunque andare incontro al veto degli Stati Uniti. ''Con un pezzo di carta non si crea uno Stato'' ha piu' volte detto l'ambasciatrice americana all'Onu, Susan Rice.

In linea teorica, se la richiesta non dovesse passare in Consiglio di Sicurezza, non avrebbe piu' senso continuare l'iter per il riconoscimento. L'Autorita' nazionale palestinese potrebbe comunque andare avanti, chiedendo l'avallo dell' Assemblea Generale, ma a quel punto avrebbe un valore puramente simbolico. Riad Mansour, osservatore dell'Anp alle Nazioni Unite, si e' detto sicuro di avere convinto almeno un centinaio di delegazioni a votare per il riconoscimento in Assemblea (sono necessari 128 voti positivi su 192). L'Italia, assieme alla Germania e all'Olanda, e' tra i Paesi contrari, e voterebbe no, come Stati Uniti ed Israele.

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