MOSCA, 26 SET – Terremoto politico ed economico in Russia: con un inedito piglio decisionista, il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha umiliato e licenziato nel mezzo della crisi finanziaria internazionale il vicepremier e ministro delle finanze Alexiei Kudrin, l'autorevole architetto della stabilita' economica del Paese, vecchio amico del premier Putin e ormai il ministro piu' longevo non solo del governo ma anche del G20.
E' il secondo violento scontro di potere di questa campagna elettorale, dopo il siluramento dell'oligarca Mikhail Prokhorov dalla guida del partito Causa Giusta, orchestrato dal Cremlino per l'eccessiva liberta' di manovra del magnate. Ma potrebbe non essere l'ultimo, dopo che sabato scorso il tandem al potere ha annunciato uno scambio di ruoli, con il ritorno di Putin al Cremlino e la designazione di Medvedev a premier del futuro governo. Una operazione verticistica che ha suscitato malumori in parte ancora sotto il tappeto, un nuovo monito di Gorbaciov sui rischi di una deriva del Paese e le critiche della stampa: "Un Titanic che continua ad arrugginirsi", un "disco rotto", un "passo nell'eternità ", "il falso intrigo", ''Putin per sempre'', sono alcuni dei titoli dei giornali di oggi. Carezze, rispetto alle critiche su internet.
Il liberale e riformista Kudrin ha pagato il fatto di aver dichiarato ieri a Washington, durante una riunione del Fmi, che non avrebbe mai fatto parte di un esecutivo guidato da Medvedev per divergenze con lui sulla politica di bilancio, in particolare per l'aumento delle spese sociali e militari. In realta' si tratta di una politica ampiamente sostenuta dallo stesso Putin, soprattutto in vista della campagna elettorale per le legislative di febbraio e delle presidenziali del prossimo marzo. Per questo alcuni analisti hanno letto l'uscita di Kudrin come uno sfogo per essersi visto scippare la carica di premier che piu' di qualcuno pronosticava per lui.
Ma la reazione del Cremlino e' stata immediata. Oggi, durante una riunione della commissione per la modernizzazione, Medvedev ha pubblicamente umiliato il ministro davanti a tutti: ''se non siete d'accordo con la politica del presidente, che il governo mette in pratica, avete una possibilita': dimettervi'', lo ha ammonito con tono gelido e sguardo fermo, come ha mostrato la tv, mandando in diretta uno scambio duro che raramente si vede in pubblico nell'ovattato mondo politico russo. ''Se pensate che ci siano dei disaccordi, potere firmare le vostre dimissioni qui ed ora'', ha proseguito, pretendendo una risposta in giornata e definendo le dichiarazioni rilasciate dal ministro ''indecenti'' e ingiustificabili'', ''tanto piu' se fatte negli Usa''.