«Le tragedie possono suscitare emozioni difficili, ma molto spesso esse riavvicinano e penso che questo sia necessario per gli abitanti del nostro Paese e per i polacchi», ha detto il presidente russo all’aeroporto di Cracovia, da dove è ripartito per Mosca. Medvedev ha anche evocato il massacro di 22mila ufficiali polacchi ad opera della polizia di Stalin a Katyn nel 1940, che ha avvelenato le relazioni tra i due paesi. «La tragedia di Katyn è un crimine di Stalin e dei suoi numerosi accoliti», ha detto aggiungendo «ricerche supplementari sono necessarie, ma la posizione dello stato russo su questa questione è stata presa da tempo e resta immutata».
Medvedev ha preso atto che Katyn è uno dei problemi più complessi nelle relazioni bilaterali. Kaczynski è morto per lo schianto del suo aereo mentre si recava a una commemorazione per i 70 anni dell’eccidio di Katyn. I sovietici hanno sempre negato la responsabilità, accusando la Germania nazista.
«La tragedia avvenuta vicino Smolensk non ci ha lasciato indifferenti», ha spiegato ancora Medvedev, facendo riferimento allo schianto del Tupolev di Kaczynski, in cui sono morte 96 persone, tra cui altissime personalità della politica, delle forze armate e della società civile polacca. «Per la Polonia – ha continuato – è diventata una tragedia nazionale. Nel nostro Paese ha anche suscitato profondissime emozioni e di conseguenza abbiamo dichiarato un giorno di lutto. Per questo, ho trovato giusto dare il mio addio al presidente polacco Lech Kaczynski e alla moglie Maria».