La sanità di Cuba batte i 50 anni di embargo, il popolo è longevo e gode di ottima salute

E non si dica che l’embargo fa male alla salute di Cuba. A 50 anni dall’inizio del blocco Usa all’isola la sanità di Cuba resta un esempio da imitare: infatti Cuba ha un sistema sanitario a copertura universale tra i migliori dell’America Latina, i cubani hanno lunga speranza di vita, bassa mortalità infantile e neonatale, la più alta densità di medici pro capite.

Molta educazione alla prevenzione e sviluppo delle cure primarie: questa la chiave del successo della sanità cubana, nonostante la carenza di soldi, medicine e tecnologie, spiegano sulla rivista Science Paul Drain e Michele Barry dell’università di Stanford. Nonostante i problemi di approvvigionamento di cibo e medicine, per i primi 30 anni di embargo, l’isola godeva di importazioni e finanziamenti da Russia e Europa. Con la fine dell’Unione Sovietica i tempi divennero più duri; ne derivò un drastico peggioramento delle condizioni di vita: l’introito calorico per adulto diminuì del 40%, i nati sottopeso crebbero del 23% e in 10 anni il tasso di mortalità crebbe del 13%.

Inoltre l’inasprirsi dell’embargo portò le importazioni dagli Usa da un ammontare di 719 milioni di dollari di beni annui (per il 90% cibo e farmaci) a 0,3 milioni; i medicinali disponibili passarono da 1300 a meno di 900, con conseguente aumento di molte malattie. Ma, focalizzandosi su prevenzione e cure primarie e incentivando l’educazione dei cittadini alla salute, la sanità ha vinto su ristrettezze e carenze di mezzi: Cuba ha rispetto agli altri paesi latino-americani la speranza di vita più alta (78,6 anni), la minore mortalità infantile (5 per 1000), la maggiore densità di medici (59 per 10 mila abitanti).

La sanità ha vinto . I cubani godono inoltre di una fitta rete di policlinici e consultori settati sulle specifiche esigenze locali del loro bacino di utenza. I cittadini sono seguiti e istruiti e così evitano al massimo le malattie.

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