Senato Usa: “Bin Laden vivo per colpa di Rumsfeld”

Il "colpevole" Donald Rumsfeld

Nel dicembre 2001, appena tre mesi dopo i drammatici attentati dell’11 settembre, gli Usa eran0 ad un passo dalla cattura di Bin Laden. Lo rivela, attraverso un rapporto disponibile sul proprio sito web, il Senato degli Stati Uniti.

Una relazione che porta la firma di John Kerry e che è una durissima accusa  all’allora segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e all’ex comandante del Centcom, Tommy Franks.

Sono loro, secondo quanto si legge nel rapporto, i principali responsabili della mancata cattura del leader di Al Qaeda. Bin Laden, infatti, era “accerchiato”  a Tora Bora, in Afghanistan, ma i vertici militari presero la decisione di non attaccare il suo rifugio con tutte le forze a disposizione.

Già dal titolo, «Come abbiamo fallito a catturare Bin Laden e perché ciò è importante oggi»,  il rapporto commissionato dal Senato Usa e realizzato dalla Commissione per gli Affari Internazionali tradisce le sue intenzioni. Secondo il testo, la decisione di Rumsfeld continua ancora oggi ad avere conseguenze disastrose: «La nostra incapacità di concludere il lavoro alla fine del 2001 ha contribuito al conflitto di oggi che mette a rischio non solo le nostre truppe e quelle dei nostri alleati, ma la stabilità di una regione cruciale e instabile».

Lo stesso Bin Laden, secondo il rapporto, si aspettava di morire: «Le sue ultime volontá e il suo testamento scritti il 14 dicembre riflettevano il suo fatalismo. Diede istruzioni alle moglie di non risposarsi e chiedere scusa ai suoi figli per essersi dedicato al jihad».

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Emiliano Condò