A dieci anni dalla caduta di Slobodan Milosevic, in Serbia l’80% della popolazione rimpiange Tito e il regime socialista della ex Jugoslavia, mentre al tempo stesso quasi un quarto dei cittadini ritiene che a governare attualmente la Serbia siano i criminali.
In un sondaggio condotto il mese scorso dall’Istituto della socialdemocrazia Friedrich Ebert e dal centro demoscopico serbo Cesid, e apparso oggi sul quotidiano Danas, 80 serbi su cento hanno detto di ritenere che il periodo migliore per il paese sia stato il socialismo di Tito, per il 6% l’era migliore è stata quella di Milosevic (1987-2000), mentre il 10% degli intervistati ha detto di ritenere che l’epoca attuale sia la migliore per il Paese.
Nello stesso sondaggio è stato chiesto ai serbi di dire chi governi attualmente nel loro paese: la maggioranza, il 23%, ha indicato la criminalità, il 18% presidente, governo, parlamento e premier, un altro 18% gli imprenditori, il 14% i partiti politici, il 12% la comunità internazionale, mentre un 15% ha detto di non sapere chi governi la Serbia.
Il regime di Slobodan Milosevic cadde il 5 ottobre 2000 sotto la pressione della protesta popolare, dieci giorni dopo le elezioni presidenziali vinte da Vojislav Kostunica.
Milosevic, che non volle riconoscere la vittoria di Kostunica al primo turno del 24 settembre 2000 e che chiedeva di andare al ballottaggio l’8 ottobre, annunciò le dimissioni all’indomani di una imponente manifestazione il 5 ottobre, con decine di migliaia di persone che assediarono il parlamento di Belgrado.