Siria. In vigore cessate il fuoco, G8 tra scetticismo e caute speranze

Devastazioni a Hom, la città più colpita da Assad

WASHINGTON, STATI UNITI – Il cessate il fuoco fra governo e ribelli in Siria, previsto dal piano di pace dall’inviato dell’Onu e della Lega araba Kofi Annan, è entrato in vigore alle 05,00 italiane di giovedi e in piena notte negli Stati Uniti dove in giornata torneranno a riunirsi i ministri degli Esteri del G8 per la seconda e conclusiva giornata del vertice dominato proprio dalla crisi siriana e dall’attesa per il responso sulla ‘scadenza’ fissata dal piano Annan, tra scetticismo e caute speranze.

Il regime di Bashar al Assad verra’ giudicato ”sui fatti e non sulle parole”, ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton che, in veste di ‘padrona di casa’  ieri a Washington ha presieduto la riunione dei ministri del G8 nella sua prima giornata che si e’ conclusa con una cena ristretta (gli otto rappresentanti dei Paesi partner) nella residenza del capo della diplomazia americana.

Sono poi proseguite nella serata le discussioni sui temi di strettissima attualita’, Siria e Iran in testa (per quest’ultimo nell’imminenza della ripresa dei contatti con il gruppo 5+1 sul nucleare, sabato 14 a Istanbul) e il lavorio diplomatico che continuera’ anche giovedi  con l’intento di tentare (ancora una volta) di ridurre la distanza tra la posizione di Mosca (la Russia e’ tra i membri del G8), alleato di ferro di Damasco e quella del resto dei paesi rappresentati.

Monta cosi’ l’attesa per un incontro bilaterale previsto in giornata tra Hillary Clinton e il collega russo Serghei Lavrov, mentre il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, e’ gia’ stato esplicito sull’argomento: ”La Russia deve annunciare chiaramente che non vuole essere associata, ne’ da vicino, ne’ da lontano a questi atti di violenza e a questa repressione”, ha detto.

A conferma dell’urgenza del tema, un ‘fuori programma’ ha anche segnato la prima giornata del vertice con l’intervento, su invito della Clinton, del ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu in videoconferenza con la Blair house, sede della riunione a pochi metri dalla Casa Bianca.

Davutoglu ha parlato ai ministri del G8 per oltre mezz’ora della posizione della Turchia rispetto alla crisi siriana anche alla luce delle recenti violenze esplose proprio al confine turco, varcato tra l’altro da migliaia di rifugiati siriani. Intanto il ministro degli Esteri britannico William Hague ha fatto sapere che, se i termini del piano Assad non verranno rispettati, Londra sollecitera’ piu’ dure sanzioni verso Damasco, ma soprattutto accrescera’ il suo sostegno verso l’opposizione.

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lgermini