DAMASCO, SIRIA – La Fratellanza Musulmana ha esortato i siriani a scendere in piazza e ad aiutare la città assediata di Deraa, dove secondo le informazioni diffuse da associazioni per la tutela dei diritti umani le truppe corazzate del presidente Bashar al-Assad hanno nel giro di tre giorni ucciso 50 civili.
E’ questa la prima volta che la Fratellanza – una vasta organizzazione di militanti islamici con frange estremiste ed associazioni di sinistra opposta a tutti i regimi dittatoriali del mondo arabo, incluso quello di Assad, e da essi perseguitata – si rivolge direttamente ai siriani che da sei setimane protestano nel Paese per ottenere maggiore democrazia.
Una dichiarazione della Fratellanza, fatta pervenire dalla sua leadership in esilio alla Reuters, dice: ”Non lasciate che il regime assedi i vostri compatrioti. Unite le vostre voci per rivendicare dignità e libertà. Non lasciate che il tiranno vi riduca in schiavitù. Dio è grande”.
Nella martoriata Daraa, i residenti dicono che l’accanimento delle truppe di Assad non è riuscito a ridurre al silenzio questa città di 12o mila abitanti. ”Nonostante tutto la gente è uscita dalle moschee dopo le preghiere seriali cantando ‘Dio è è il più grande’, echeggiati da residenti riuniti sui tetti delle case in aperta sfida ai cecchini di Assad, un uomo che ha detto di chiamarsi Abu Zaid ha dichiarato per telefono ad un giornalista ad Amman”. Ha aggiunto: ”resisteremo anche solo con le nostre voci”.
Le proteste coinvolgono una vasta parte della società siriana, sebbene non tutta, che è stata sotto il giogo del partito Baath per 48 anni. L’attuale presidente, figlio del precedente dittatore, il padre Hafez al- Assad, ha proseguito con i metodi autocratici ereditati nel 2000 al contempo espandendo la presa del governo sulla traballante economia siriana.
La rivolta siriana potrebbe avere conseguenze a livello regionale perchè è al centro del conflitto medio orientale e per via della sua alleanza anti-israeliana con l’Iran e il suo appoggio ai militanti di Hezbollah e Hamas. La Fratellanza ha detto che le accuse di Damasco secondo cui le proteste sarebbero fomentate da estremisti islamici sarebbero intese ad indebolire le richieste nazionali per la libertà politica e la fine della rampante corruzione.
Ma un esperto di affari islamici, Abu Muhammad al-Maqdisi, ha dichiarato che la Fratellanza non ha altra scelta che unirsi alle proteste siriane ed alla eventuale destituzione del regime minoritario alawita di Assad come primo passo per imporre la Sharia, la legge islamica in Siria, la cui popolazione è in maggioranza sunnita.