Siria. Forze del regime sganciano bombe a grappolo su bambini e ne uccidono 10

AMMAN, GIORDANIA – Il sangue scorre a fiumi nella Siria dilaniata da un conflitto che non conosce piu’ limiti: decine i bambini uccisi in tutto il Paese, almeno 9 domenica nel bombardamento di una scuola in provincia di Idlib, mentre altre “centinaia di cadaveri di persone giustiziate dal regime, tra loro molti bimbi e donne con i corpi mutilati”, sono stati trovati in un sobborgo di Damasco, denunciano gli attivisti.

Intanto gli Stati Uniti hanno aumentato di 123 milioni di dollari i propri aiuti all’opposizione, arrivando in totale a 250 milioni, e fornendo per la prima volta mezzi blindati, giubbotti antiproiettile e visori notturni, le cosiddette “armi non letali”. Ma la giornata di domenica e’ segnata dall’orrore. Un bombardamento di artiglieria ha fatto strage in una scuola di Al Maghara, nella regione di Idlib: almeno 14 le vittime, 9 scolari e cinque insegnanti, in quelli che Human Rights Watch ha denunciato come una “strategia di attacchi multipli e sistematici contro i civili da parte del regime siriano”, che non risparmia luoghi di culto, panetterie e appunto scuole.

Un altro massacro, l’ennesimo in due anni di rivolta costati la vita a oltre 70.000 persone, e’ andato in scena a Jdaidet Fadel, un sobborgo a sudovest di Damasco: “Centinaia di cadaveri di persone giustiziate dal regime e dalle milizie paramilitari, soprattutto di bambini e donne, sono stati trovati ” dopo i violenti scontri durati quasi cinque giorni per il controllo dell’area. I residenti, “che stanno subendo un vero e proprio rastrellamento, temono un altro massacro”, scrivono ancora gli Lcc.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani, che conferma la strage, precisa che “molti cadaveri mostrano i segni delle torture e delle mutilazioni”, “alcuni corpi hanno colpi alla testa”. L’Esercito, secondo questa ricostruzione, ha preso il controllo della citta’. L’agenzia di Stato Sana si limita a riferire che “le Forze armate hanno inflitto gravi perdite ai terroristi nel sobborgo di Damasco di Jdiadet al-Fadl”. Su un altro fronte, quello delle preoccupazioni per la forza crescente del Fronte al Nusra, l’ala jihadista piu’ significativa in Siria che si propone di instaurare uno Stato islamico ispirato ad al Qaida, emergono i primi resoconti su una vera e propria strage compiuta ai danni dei civili nei giorni scorsi.

I miliziani, ha reso noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani basato di Londra che non nasconde le proprie simpatie per l’opposizione anti-Assad, hanno circondato per giorni un villaggio nella provincia orientale di Dayr az Zor. Poi l’assalto, che i residenti hanno contrastato armi in pugno. Almeno 37 i morti, 20 tra i combattenti di al Nusra – molti dei quali stranieri – con il Fronte che ha poi preso in ostaggio  altri 13 abitanti, dando alle fiamme e distruggendo molte case. E proprio il timore di una sempre maggiore forza della formazione qaidista, unito alle preoccupazioni per il coinvolgimento sempre piu’ netto degli Hezbollah libanesi negli scontri armati nella provincia frontaliera di Homs, ha tenuto banco alla riunione dei Paesi ‘Amici della Siria’ i a Istanbul.

La Coalizione dell’opposizione guidata da Moaz al Khatib – che ha confermato le proprie dimissioni per “l’inazione della comunita’ internazionale – ha chiesto l’imposizione di una no-fly zone nel nord e nel sud della Siria e bombardamenti mirati contro le postazioni di artiglieria e dei missili Scud del regime. Per ora ha incassato dall’Occidente solo altri milioni di dollari e ‘armi non letali’, mentre aumentano gli episodi di scontri tra ribelli jihadisti e quelli dell’Esercito libero (Esl).

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lgermini