Siria. Hollande scalza la Gran Bretagna e prende il suo posto accanto agli Usa

Il presidente francese Francois Hollande

WASHINGTON, STATI UNITI – Chiedendo con insistenza un intervento militare in Siria quanto prima possibile, il presidente francese Francois Hollande si è ripreso la scena, accanto agli Stati Uniti, nella leadership del fronte interventista, che ha perso la Gran Bretagna con gran disappunto degli americani, abituati dopo svariate guerre a considerarla ”l’alleato numero uno”.

L’Italia, che probabilmente non neanche i mezzi – nè la volontà – di affiacarsi alla superpotenza americana in una missione certamente densa di pericoli, resta contraria, con il ministro Bonino che addirittura intravede rischi, forse esagerando un pò, di una ”deflagrazione mondiale”. Gli Stati Uniti, pur tra le perplessità di Obama, e non solo sue, si preparano a guidare la rappresaglia contro il regime di Damasco, anche da soli e senza l’avvallo dell’Onu, ritenendo di avere prove sufficienti sull’uso di armi chimiche da parte di Assad.

Della ‘coalizione dei volenterosi’ a trazione franco-americana fanno parte anche il Qatar, principale sostenitore dei gruppi anti-regime in Siria, l’Arabia Saudita e la Turchia, da tempo in rotta con Assad. La Grecia offrirà le propri basi. Capofila dei Paesi contrari all’intervento sono Russia, Cina e Iran. Mosca critica i tentativi di aggirare l’Onu, ammonendo sulle possibili ricadute nella regione di un’operazione militare. Pechino, che come la Russia ha diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, chiede agli Stati Uniti di astenersi da un intervento.

Teheran ha piu’ volte minacciato ritorsioni. Contrari ad un’operazione militare senza l’avallo dell’Onu, Roma e Berlino continuano a premere per una soluzione politica, pur riconoscendo che l’attacco chimico non può essere lasciato senza conseguenze. La Germania rilancia una conferenza di pace a cui partecipino Usa e Russia.

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lgermini