Usa. Sulla strage di Bengasi versione Romney è smentita dal Washington Post

L’attacco a Bengasi

WASHINGTON, STATI UNITI – Mitt Romney sulla Libia proprio non ha capito, e sbaglia nel dire che le tesi sostenute dal presidente Barack Obama e dall’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, sulla strage di Bengasi non fossero confermate te dall’intelligence. Lo scrive David Ignatius, uno degli analisti del Washington Post, tra i piu’ stimati, soprattutto nel campo della lotta al terrorismo.

Ignatius cita alcuni rapporti della Cia dei giorni immediatamente successivi alla morte dell’ambasciatore Chris Stevens e dei suoi tre collaboratori, in cui si sostiene che l’attacco al consolato di Bengasi e’ stato il frutto di manifestazioni spontanee, provocate dalla diffusione online del noto video blasfemo anti-Islam.

Quindi il rapporto aggiunge che alcuni estremisti hanno comunque partecipato alle dimostrazioni violente che poi hanno causato l’eccidio. ‘’Gli assalitori – si legge nel testo citato dal Post – erano disorganizzati. Molti di loro sembravano piu’ interessati al saccheggio, che al pensiero di fare ostaggi o uccidere americani. Non e’ stata utilizzata nessuna auto-bomba per far saltare il cancello’’.

L’intervento di Ignatius arriva alla vigilia dell’ultimo dibattito presidenziale dedicato proprio alla politica estera. Appena pochi giorni fa, Mitt Romney ha ribadito le sue durissime critiche a Barack Obama, accusato di non aver detto la verita’ su Bengasi.

Secondo Romney, la Casa Bianca avrebbe aspettato 15 giorni prima di parlare di atto terroristico, pur di coprire la recrudescenza di al Qaeda nel Nord Africa. Ma il suo attacco, in diretta tv, non e’ andato a buon fine, rivelandosi anzi un auto-gol. Il presidente ha avuto infatti buongioco a uscire dall’empasse, ricordando che a caldo, parlo’ comunque di atto di terrore.

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lgermini