STRASBURGO – L'operazione effettuata il 26 ottobre del 2002 dalle forze di sicurezza russe per liberare gli ostaggi tenuti da un gruppo di terroristi ceceni nel teatro moscovita Dubrovka e' stata ''pianificata e condotta in modo inadeguato''. A stabilirlo e' la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo con una sentenza in cui si dice anche che le autorita' russe non hanno condotto un'inchiesta ''efficace'' sulle modalita' dell'operazione.
Secondo i giudici di Strasburgo tuttavia le autorita' russe non hanno violato alcun diritto dei ricorrenti, decidendo di risolvere la crisi attraverso l'uso della forza e del gas per rendere inoffensivi i terroristi.
In 64 hanno presentato ricorso: tra loro alcuni ostaggi sopravvissuti e soprattutto familiari di persone decedute durante o dopo l'assalto delle forze dell'ordine.
La Corte di Strasburgo ha ritenuto che le autorita' russe abbiano fallito solo nell'ottemperare a un ''obbligo positivo'', che presuppone sia una corretta esecuzione di un'operazione che un'inchiesta in grado di fare piena luce sui fatti.
Pertanto i giudici non hanno riconosciuto ai ricorrenti gli indennizzi morali che chiedevano, tra i 120 mila e gli 840 mila euro, ma solo cifre che variano tra gli 8.800 euro e i 66mila euro.