ROMA – Ha riscosso unanime plauso a livello internazionale la definitiva ufficializzazione dei dati completi relativi al referendum sulla secessione dal resto del Paese africano del Sudan meridionale, che il 9 luglio prossimo diverrà lo Stato più giovane al mondo. “Questo è un momento storico per il Sudan”, ha commentato per conto dell’Unione Europea lady Catherine Ashton, responsabile per la politica estera e di sicurezza comune dei Ventisette.
“E’ un grande risultato per tutti i sudanesi”, ha sottolineato a sua volta il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon; mentre il segretario di Stato americano, Hillary Rodham Clinton, ha avuto parole di elogio per il governo del Nord che, ancora prima dell’annuncio formale delle cifre referendarie, aveva accettato l’esito della consultazione per bocca del presidente Omar Hassan al-Bashir, fino a poco tempo fa additato da Washington alla stregua di poco meno di un terrorista sanguinario.
Tutti hanno inoltre dato rilievo allo svolgimento “pacifico, credibile e ordinato” delle operazioni di voto, caso decisamente raro in simili situazioni. Se lady Ashton ha assicurato che l’Ue punta a instaurare un rapporto privilegiato con il futuro Sud-Sudan indipendente, sia Clinton sia Ban hanno esortato i leader di ambedue le parti a portare ulteriormente avanti la collaborazione reciproca, così da permettere la totale attuazione di quanto previsto nell’accordo di pace che nel 2005 pose fine a decenni di guerra civile, la più lunga nella storia dell’Africa moderna.