Addio a Svetlana Stalina, “prigioniera politica” del padre

Svetlana Stalina in braccio al padre Iosif Stalin

ROMA – Si definiva “prigioniera politica”. Del suo nome. Lana Peters, all’anagrafe Svetlana Stalina, era scomparsa dalla vista dei più molto prima della sua morte avvenuta martedì 22 novembre in una casa di riposo americana per un tumore al colon.

Era nata al Cremlino di Mosca, quando il papà Iosif Vissarionovic Dhugashvili, detto Stalin, era già all’apice del potere. Era il 1926, nove anni dopo la rivoluzione ideale e concreta che portò poi al regno di colui che la sua stessa figlia definì “mostro spirituale e morale”.

Ebbe un padre affettuoso, visse i primi anni tra banchetti con i più grandi politici della storia recente e la scuola dove, per natura o per imposizione, brillava.

Conobbe il dramma dei Gulag forse solo quando l’affettuoso papà ci spedì il fidanzato, ebreo non troppo fedele al credo dell’uomo “d’acciaio”.  Con un altro ebreo le andò un po’ meglio, tanto che riuscì a sposarlo. Ma forse già in queste scelte amorose c’era la distanza con il padre, che comunque riuscì a farle sposare in seconde nozze il gerarca Andrei Zhdanov, il censore di Anna Achmatova.

Svetlana, portatrice di “luce”, dice il suo nome, aveva il buio dentro. Dovette fuggire oltre il confine, prima in India, con un visto ottenuto per riportare in patria le ceneri del suo terzo marito, il comunista Brikesh Singh. Ma appena arrivata a New Delhi andò all’ambasciata americana a chiedere asilo politico. Lei, “prigioniera politica”, appunto del suo nome. Per questo, dopo la patria cambiò anche il nome, prendendo prima quello della madre, Nadezhda Allilueva, morta suicida, poi quello del marito americano, l’architetto William Peters.

Ma questi nuovi cambi non bastarono a placarla. Divorziò di nuovo, riattraversò l’oceano e si stabilì, sempre momentaneamente, in Inghilterra. Poi tornò in Unione sovietica, nella speranza di rivedere i figli Iosif e Ekaterina. Anche questa nuova permanenza fu breve. Tornò in Inghilterra, poi finì in una casa di riposo del Wisconsin. Lì è morta Lana Peters. Ma Svetlana Stalina era morta tempo prima.

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Maria Elena Perrero