Svizzera sfida i grandi dell’Onu: “No veto per i crimini di guerra”

GINEVRA – La piccola Svizzera sfida il diritto di veto dei Cinque grandi al Consiglio di sicurezza dell'Onu e chiede che non sia piu' invocato di fronte a situazioni di crimini di guerra, crimini contro l'umanita' o genocidio.

Sede del Comitato internazionale delle Croce rossa (Cicr), la Svizzera ha infatti presentato all'Onu di New York un progetto di risoluzione insieme agli altri Stati del gruppo Small Five (oltre a Svizzera, Costa Rica, Giordania, Liechtenstein e Singapore). Il testo chiede un Consiglio di sicurezza piu' aperto, piu' trasparente e piu' efficiente, spiega un comunicato pubblicato a Berna. Pragmatico, propone una serie di misure, tra le quali spicca una proposta per restringere l'esercizio del diritto di veto di cui godono i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Cina, Russia, Usa, Francia e Regno Unito).

Il progetto chiede infatti ai ''Big Five'' di astenersi dal ricorrere al veto per bloccare una decisione del Consiglio volta ''a prevenire o porre fine'' a situazioni di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanita'. ''Non vi e' un legame diretto con l'esempio siriano, ma questo esempio evidenzia l'assoluta necessita' di un tale dibattito'', ha recentemente affermato il ministro svizzero degli esteri Didier Burkhalter, senza citare esplicitamente il veto esercitato da Mosca e Pechino per bloccare le risoluzioni di condanna della violenta repressione in Siria.

Tra le altre proposte contenute nel progetto di risoluzione del gruppo Small Five anche un'accresciuta frequenza delle sedute pubbliche del Consiglio di sicurezza. Le proposte sono gia' state oggetto di consultazioni informali con riscontri in maggioranza positivi, spiega Berna. Nelle prossime settimane l'Assemblea dell'Onu decidera' in merito alle proposte.

''Una risoluzione dell'Assemblea generale non e' vincolante per il Consiglio di sicurezza, ma funge da sollecitatore politico'', sottolinea il comunicato. Inoltre, la realizzazione delle proposte '' non richiede la modifica della Carta delle Nazioni Unite, a differenza dei grandi progetti di riforma concernenti la composizione e l'allargamento del Consiglio di sicurezza, oggetto da 20 anni di discussioni, sinora infruttuose''.

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