Tunisi, attesa per la “Carovana della Libertà”: manifestanti già per strada

Alcuni gruppi di manifestanti si sono già riuniti oggi nel centro di Tunisi dove è atteso l’arrivo di centinaia di persone provenienti da più parti del Paese, una “Carovana della libertà” diretta verso la capitale per prendere parte ad una grande manifestazione che già qualcuno chiama “marcia su Tunisi”.

A differenza dei giorni scorsi, quando i primi gruppi di dimostranti cominciavano a sfilare nel centro della città a metà mattinata, oggi lungo la centrale avenue Bourghiba si sono già radunate parecchie decine di persone, molti con bandiere della Tunisia, hanno scandito slogan e intonato l’inno nazionale. Ieri sera su Facebook erano circolati messaggi per darsi appuntamento questa mattina davanti alla sede del governo, al momento l’ufficio del primo ministro.

Oggi è l’ultimo dei tre giorni di lutto nazionale decretati dal nuovo governo in Tunisia, con le bandiere a mezz’asta per ricordare i ”martiri” della protesta: sono 78 i morti nei disordini delle ultime settimane secondo le cifre ufficiali, circa 100 secondo l’Onu.

Il nuovo governo, presieduto dal primo ministro Mohammed Gannouchi, ha nelle scorse ore tentato di rassicurare la piazza -ancora in fermento perché si oppone all’inclusione nel nuovo esecutivo di membri dell’ex partito di Ben Ali (Rcd) – e riportare la calma promettendo un periodo di “transizione” fino alle elezioni entro sei mesi, annunciando che lascerà il potere e la politica una volta raggiunto questo scopo e quindi esaurito il suo compito; mentre ieri sono state presentate le tre commissioni speciali (per la riforma politica, sulla corruzione e per stabilire fatti e responsabilità nei disordini) che lavoreranno in ”completa libertà”, hanno garantito.

A partire dal 24 gennaio riapriranno le scuole e dal 25 le università. Assicurazioni che non hanno fino ad ora tuttavia convinto i dimostranti ieri scesi in piazza numerosi a cominciare dalla polizia che si è unita alla protesta. Con loro vigili del fuoco, guardia nazionale e protezione civile: si sono uniti al coro di dissenso verso il nuovo esecutivo, ma hanno anche gridato le loro rivendicazioni sociali.

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Alberto Francavilla