KAMPALA, UGANDA – Nelle elezioni presidenziali in Uganda, le seconde multipartitiche in 30 anni, il presidente Yoweri Museveni, al potere dal 1986, è in testa col 71 per cento dei voti dopo lo spoglio del 17 per cento delle schede. Il suo principale rivale, Kizza Besigye, avrebbe il 22 per cento.
Il presidente della commissione elettorale Badru Kiggundu ha dichiarato che lo spoglio del 50 per cento delle schede sarà completato entro sabato. I risultati definitivi saranno annunciati domenica.
Museveni, 66 anni, filo-americano, ex-comandante ribelle, una volta criticò i leader governativi africani che stanno al potere indefinitamente. Ma questo non gli ha impedito di presentarsi candidato per un’altro mandato presidenziale quinquennale, che probabilmente otterrà.
Besigye, che nelle elezioni del 2006 ottene il 37 per cento dei voti, ha dichiarato di temere brogli ed ha minacciato di incitare i suoi sostenitori a scendere in strada se i risultati non saranno in linea con le sue aspettative. Ha poi detto che l’Uganda – che i colonizzatori britannici chiamavano ”la perla dell’Africa” – dopo 25 anni di regime sotto Museveni, è pronta ad una rivolta popolare come quella egiziana. Dal canto suo Museveni ha detto che farà arrestare chiunque provocherà disordini.
A parte il rischio di violenze post-elettorali, la polizia e le ambasciate hanno avvertito che esiste la possibilità di attacchi terroristici. Lo scorso luglio due attentatori suicidi somali legati ad Al Qaida hanno causato la morte di almeno 76 persone a Kampala, la capitale.
Sebbene Museveni sia stato accusato in passate consultazioni di aver corrotto gli elettori, è tuttora popolare tra la popolazione per la pace e la stabilità che ha portato al Paese.