Usa. Nipote JFK dubita che Oswald abbia agito da solo in assassinio presidente

L’assassinio del presidente John Kennedy

DALLAS, STATI UNITI – Neppure Bob Kennedy credeva alle conclusioni della Commissione Warren secondo cui Lee Harvey Oswald aveva agito da solo nell’assassinare suo fratello, il presidente John Kennedy. In una tavola rotonda a Dallas Robert Kennedy Jr, terzogenito di Bob, ha rivelato che suo padre nutriva forti dubbi sull’assenza di complici del killer di suo fratello.

Intervistato da Charlie Rose della Pbs al Dallas Arts District, ha rivelato che suo padre ”riteneva il Rapporto Warren un pezzo di sciatto artigianato”. L’appuntamento e’ stato uno dei primi dedicati da quella che venne definita ”la Citta’ dell’Odio” alle commemorazioni del mezzo secolo dall’assassinio.

L’intervista con Rose ha segnato una rara apparizione di un membro della famiglia Kennedy a Dallas. In pubblico Bob Kennedy aveva sempre avallato il lavoro della commissione Warren secondo cui Oswald era stato solo a sparare, ma in privato – ha detto suo figlio – nutriva forti riserve sulle conclusioni del rapporto e aveva chiesto al Dipartimento della Giustizia di indagare se Oswald avesse ricevuto aiuto dalla Mafia, la Cia o altre organizzazioni.

Aveva scoperto cosi’, ad esempio, che i registri delle telefonate fatte da Oswald e dal suo assassino Jack Ruby erano ”un vero e proprio inventario di figure dela Mafia” che il governo aveva messo sotto inchiesta, ha detto Robert Jr., noto avvocato ambientalista a New York. Il figlio di Bob ha rivelato che suo padre aveva passato un anno cercando di superare lo shock della morte del fratello: ‘Leggeva filosofi greci, teologi cattolici, Henry David Thoreau, poeti, cercando di capire le implicazioni esistenziali del perche’ Dio avesse permesso una ingiustizia cosi’ grande”.

Robert Jr. non ha sostenuto esplicitamente che suo padre fosse arrivato alla conclusione che dietro il fucile di Oswald ci fossero oscuri mandanti ma si e’ limitato a aggiungere che ”pensava che qualcun altro fosse coinvolto”. Una tesi che ha trovato suo figlio d’accordo: ”A questo punto mi sembra molto convincente che l’assassino non fosse solo”, ha detto Robert Jr., che aveva nove anni all’epoca di Dallas e 14 quando il padre venne ucciso in un albergo di Los Angeles dopo aver vinto le primarie democratiche in California.

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lgermini