WASHINGTON, STATI UNITI – La Casa Bianca si difende dall’ accusa di aver cercato di ingannare gli americani sull’attacco di Bengasi dell’11 settembre 2012, affermando che sono state fornite tutte le informazioni che i servizi d’intelligence ritenevano opportune e accusando i repubblicani di cavalcare la vicenda per fini politici. ”La comunita’ d’intelligence ha fornito le informazioni che riteneva opportuno comunicare al pubblico, ai membri dell’Amministrazione, del Congresso e al governo”, ha detto il portavoce Jay Carney.
La reazione della Casa Bianca arriva dopo che la catena televisiva Abc News ha pubblicato alcuni documenti che testimonierebbero come i ‘talking points’ sulla tragedia di Bengasi- sferrato da militanti islamici – affidati all’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, e inviati al Congresso furono cambiati almeno 12 volte. Nella versione finale sarebbe scomparso ogni riferimento agli avvertimenti che la Cia aveva lanciato su possibili azioni da parte di gruppi legati ad Al Qaida.
Carney ha quindi sostenuto che ”queste presunte rivelazioni riflettono i tentativi in corso di politicizzare una tragedia che e’ costata la vita a quattro americani”. Dichiarazioni che devono essere state messe a punto durante un pomeriggio non facile alla Casa Bianca, visto che il consueto briefing del portavoce e’ slittato di circa quattro ore. Anche tre diplomatici ascoltati nei giorni scorsi al Congresso avevano sottolineato come alcuni allarmi prima dell’attacco di Bengasi furono ignorati.
All’indomani dell’attentato di Bengasi l’11 settembre 2012 – in cui perse la vita anche l’ambasciatore Chris Stevens e altri tre americani – l’amministrazione Obama cerco’ di evitare il piu’ possibile ogni riferimento agli allarmi che erano stati lanciati dalla Cia. E’ quanto emergerebbe – secondo le carte di cui e’ venuta in possesso l’emittente Abc News – da uno scambio di e-mail tra Dipartimento di Stato, Casa Bianca e agenzie di intelligence. Inevitabilmente, lo scoop fa riesplodere le polemiche sulla presunta sottovalutazione degli avvertimenti dei servizi e sulla presunta decisione del governo americano di coprire la verita’ dei fatti.