California, Schwarzenegger lascia: per il futuro ipotesi cinema

Arnold Schwarzenegger

Non vestirà di nuovo i panni di Terminator, Arnold Schwarzenegger, l’ex attore di origine austriaca che il 3 gennaio lascerà, dopo sette anni, la poltrona di governatore della California, dove verrà ricordato per gli ottimi risultati sul fronte dell’ambiente ma anche per quelli pessimi ottenuti nella lotta contro il deficit.

Sul suo futuro girano numerose ipotesi, ma Schwarzy, 63 anni, che verrà sostituito da Jerry Brown, un democratico, rimane nel vago. Non si esclude nulla, cinema compreso: forse l’ex attore tornerà ad Hollywood come produttore o regista; forse come attore, più impegnato rispetto a prima, se gli offriranno progetti interessanti.

L’ex Terminator, un repubblicano atipico, avrà senza alcun dubbio un futuro da conferenziere di primo piano, come succede con i politici americani di spicco, e non sono pochi gli editori a sognare di pubblicare la sua biografia: quella, cioè, del culturista campione e playboy venuto dal nulla diventato attore e produttore, che ha sposato una Kennedy, Maria Shriver. La biografia dell’uomo dal pesante accento germanico che è diventato a sorpresa il primo cittadino della sesta economia del mondo, quella del Golden State, nel 2003, dopo averlo annunciato durante il talk show serale del popolare comico Jay Leno, quando nessuno lo prendeva sul serio.

I suoi collaboratori raccontano che Schwarzenegger passa le giornate a respingere offerte di lavoro da parte delle grandi corporation, della società immobiliari e anche del mondo cinematografico. Nell’intervista pubblicata dal Los Angeles Times, il più diffuso quotidiano della California, Schwarzy non affronta la questione, limitandosi a parlare del suo bilancio politico. Ma alcune settimane or sono, salutando i suoi elettori ed i suoi collaboratori a Sacramento, il governatore aveva detto: ”Non ho un piano” per il futuro.

L’elemento più positivo della sua eredità è  senza dubbio la legge statale contro l’effetto serra varata nel settembre 2006, che ha messo la California in prima linea nella lotta contro l’inquinamento atmsoferico, con stringenti limiti alle emissioni delle auto.

Schwarzy ha anche avuto un peso decisivo nel cammino verso il riconoscimento dei matrimoni omosessuali. Pur essendo favorevole a titolo personale, il governatore non ha firmato le leggi ad hoc in ben due riprese, lasciando la parola ai tribunali, consapevole che solo così la legge potrà entrare in vigore in maniera non contestabile e anche con un impatto nazionale.

Schwarzenegger è stato anche un precursore in materia di copertura sanitaria, essendo stato vicino alle posizioni di Ted Kennedy, lo zio di sua moglie morto di cancro l’anno scorso, e che aveva fatto della riforma sanitaria (varata poco dopo la sua scomparsa dal presidente Usa Barack Obama) la priorità di una vita.

Il bilancio non è buono invece dal punto di vista finanziario, visto che Schwarzy lascia la California con un deficit di bilancio di circa 6 miliardi di dollari, oltre a grossi debiti gonfiati dalla crisi del 2008 che ha in particolare colpito il mercato immobiliare del Golden State.

E’ diventato governatore sostituendo il democratico Gray Davis (licenziato grazie ad una strana legge californiana) proprio per risanare i conti pubblici. Ma non ci è riuscito, per inesperienza e gaffe, ma anche per una serie di problemi oggettivi, come la quasi impossibilità di riformare il costosissimo sistema carcerario, o quello della scuola pubblica.

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Published by
Maria Elena Perrero