Usa chiudono i rubinetti: ”Soldi finiti, basta fondi all’Ucraina”. E Medvedev torna a minacciare l’atomica. I fondi stanziati dal Congresso americano sono finiti, e l’assistenza degli Stati Uniti nella guerra contro la Russia “si è interrotta”. Le parole del portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby giungono come una tegola sulle speranze di Kiev, che vede assottigliarsi sempre di più il tempo per assicurare al Paese invaso nuove forniture militari da parte dei partner occidentali.
Mentre a Washington continuano i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha concluso proprio con un appello a nuovi e più forti sostegni militari la missione nei Paesi baltici, i più convinti nell’ambito dell’Unione europea dell’esigenza, e della possibilità, di puntare a una vittoria ucraina sul campo.
Nel frattempo, Dmitry Medvedev torna ad evocare l’olocausto nucleare mettendo in guardia l’Occidente dal fornire all’Ucraina missili a lungo raggio capaci di colpire le basi di lancio in profondità nel territorio russo. In tal caso, avverte l’ex presidente e attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, Mosca sarebbe autorizzata a rispondere con armi atomiche.
Il Congresso americano ha una settimana di tempo per negoziare le voci della spesa pubblica, tra cui nuovi aiuti all’Ucraina, e finalizzare il testo prima del 19 gennaio, quando scatterebbe un primo parziale shutdown. Ma Zelensky insiste nell’affermare che qualsiasi “pausa” nella difesa dell’Ucraina contro l’invasione russa aiuterebbe solo Mosca a riarmarsi e le permetterebbe di “schiacciare” l’Ucraina.
Dall’Estonia il leader ucraino sembra voler così fugare ogni tentazione in campo occidentale di accettare un cessate il fuoco che comporti un congelamento delle posizioni sul terreno. Pertanto, ha sottolineato, i leader europei devono mantenere l’impegno a fornire “il milione di munizioni promesse l’anno scorso”, e allo stesso tempo Kiev chiede anche ulteriori concrete garanzie sulla futura adesione dell’Ucraina alle strutture della Nato e dell’Ue. Il presidente ucraino ha riservato anche un rimprovero alle migliaia di uomini che hanno l’età per essere mobilitati e combattere al fronte ma hanno preferito riparare all’estero.
“Questi uomini dovrebbero essere in Ucraina e aiutare l’Ucraina, si tratta di una questione etica e morale”, ha detto Zelensky. Ma il Parlamento ha rinviato al governo una proposta di legge su una nuova mobilitazione. “Non tutte le regole possono essere accettate, alcune disposizioni violano direttamente i diritti umani”, ha lamentato il capogruppo del partito del presidente, David Arakhamia.
Di fronte alle difficoltà che devono affrontare sul terreno, ha detto Medvedev, gli ucraini si vanno convincendo che una possibilità per sconfiggere le forze di Mosca sia utilizzare missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire le basi di lancio in territorio russo. Ma ciò, ha messo in guardia l’ex presidente, potrà far scattare la clausola 19 della dottrina russa che regola l’impiego di armi nucleari. Quella cioè che permette il loro uso nel caso di una “aggressione”, anche con armi convenzionali, che “metta a rischio la stessa esistenza dello Stato”. E Medvedev fa seguire a questo avvertimento anche una messa in guardia per i Paesi Ue: “Tutti gli eredi di Hitler, Mussolini, Pétain e gli altri che oggi in Europa sostengono i nazisti a Kiev, devono ricordarlo“, ha detto. Sul terreno continuano i bombardamenti da entrambe le parti.
Le autorità ucraine hanno detto che durante la notte tra mercoledì e giovedì due missili S-300 russi hanno colpito a Kharkiv un hotel dove sono rimaste ferite 11 persone, tra le quali alcuni giornalisti. Secondo la polizia uno di loro è un reporter turco. Continuano anche gli attacchi di droni ucraini in territorio russo. Le autorità di Mosca affermano che velivoli senza pilota sono stati abbattuti sulle regioni di Rostov, Tula, Voronezh e Kaluga.
Nell’omonima città capoluogo di quest’ultimo oblast è stata centrata e danneggiata una stazione di pompaggio del gas, secondo quanto ha fatto sapere il governatore. Il ministero della Difesa russo ha intanto annunciato che le truppe di Mosca hanno garantito un cessate il fuoco di 12 ore, dalle 6 del mattino alle 18, lungo la strada che i nuovi ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica dovevano percorrere per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia e dare il cambio ai loro colleghi.