WASHINGTON, STATI UNITI – L’ultima frontiera della guerra nel cyberspazio si chiama CyberCity. E’ un campo di addestramento per formare gli ‘hacker governativi’, ovvero i guerrieri del ventunesio.
E’ come una di quelle finte citta’ nel deserto dove i militari americani delle forze speciali si allenano in ambienti ‘ostili’, ma la differenza fondamentale e’ che, in questo caso, si tratta di un ambiente totalmente virtuale. Naturalmente nessuno sa dove sta, a parte quelli che ci vivono e le ale sfere dell’amministrazione del presidente Barack Obama.
A CyberCity ‘vivono oltre 15 mila ‘persone’, con le loro abitudini, necessita’ e account internet, con password e caselle e-mail, come in ogni citta’ reale. C’e’ la banca, la stazione ferroviaria, l’ospedale, la centrale elettrica, i semafori, e i bar, col servizio wi-fi per i clienti. Contrariamente ad altre citta’, e’ pero’ costantemente sotto attacco, ed e’ costantemente difesa da ‘hacker-soldati’, della U.s. Air Force e di altri settori militari americani, come scrive il Washington Post in un lungo articolo, che rientra in una serie che da mesi il giornale sta dedicando all’argomento della ‘cyber-guerra’.
CyberCity ”ad alcuni puo’ sembrare come un gioco”, afferma Ed Skoudis, fondatore della Counter Hack, l’azienda che in New Jersey sta sviluppando il progetto, secondo cui, invece, la questione e’ molto seria, perche’ ”i cattivi stanno migliorando molto in fretta e noi non vogliamo rimanere indietro”.
E che il Pentagono prenda molto sul serio l’argomento lo dimostra l’ammonimento lanciato il mese scorso dal segretario alla Difesa Leon Panetta, secondo il quale, in uno scenario di guerra totale nel cyberspazio ”potrebbero essere lanciati attacchi multipli alle nostre infrastrutture, contemporaneamente ad attacchi fisici” e il risultato sarebbe ”una cyber Pearl Harbor che… paralizzerebbe e scioccherebbe la Nazione, creando un nuovo, profondo senso di vulnerabilita”’.
Ma senza guardare troppo avanti, un conflitto e’ in realta’ gia’ in corso. Qualche giorno fa, un alto funzionario della Difesa citato dal Wall Street Journal ha rivelato ad esempio che hacker iraniani collegati al governo di Teheran negli ultimi mesi hanno condotto numerosi attacchi informatici contro obiettivi americani. ”Hanno attaccato tutti, servizi finanziari, Wall Street”, ha detto.
Gli Usa pero’ non stanno certo a guardare. A loro volta hanno lanciato attacchi alle installazioni nucleari iraniane, ritardandone sensibilmente lo sviluppo e contemporaneamente hanno avviato l’elaborazione di programmi sofisticatissimi per potenziare al massimo le capacita’ militari Usa sui ”campi di battaglia digitali”. Come il ‘Plan X’, che ha tra gli obiettivi quello di arrivare ad avere una mappa dettagliata che mostri l’intero cyberspazio, ovvero una rete di miliardi di computer, che si aggiorni costantemente.
In questo quadro, Cyber City e’ solo l’ultimo tassello, che si inserisce in una rete di simili ambienti di addestramento virtuale, formata da centinaia di ‘ambienti digitali, creati negli scorsi anni da militari, aziende e ricercatori universitari. Perche’ i nemici potrebbero attaccare ovunque, dalle grandi infrastrutture, fino agli ospedali. Ovunque ci sia un servizio regolato da computer.