Giovedì sera (8 luglio) le spie al soldo di Mosca si sono dichiarate colpevoli del reato contestatogli e immediatamente dopo il Dipartimento di Stato ha annunciato la loro “rendition”. Contestualmente, verso la mezzanotte ora locale, il Presidente russo Medvedev firmava un decreto che formalmente perdonava i 4 agenti detenuti per attività di spionaggio a favore dell’ovest. Lo scambio si consumerà a Vienna, come nei più classici film di spie.
I risultati raggiunti nei recenti negoziati tra Obama e Medvedev sono troppo importanti perché questa storia di spie potesse pregiudicarne il successo. La Russia sta procedendo anche in sede legislativa alla ratificazione di una moratoria nucleare. Forse a Obama, invece, non piacerà l’ironia di un sito russo che riassume in senso patriottico lo scambio: Russia 10 – Usa 4. Sul fronte interno, infatti, i repubblicani hanno altre armi per accusare il Presidente di essere troppo tenero con i temuti ex nemici.
Lo scandalo era esploso improvvisamente il 28 giugno scorso con la notizia della cattura delle dieci spie russe. Tutta l’attenzione fu convogliata su Anna la Rossa, la sexy agente che come da copione usava le sue arti da maliarda per carpire informazioni sensibili. Degli altri si tracciava il profilo della spia travestita da buon vicino, il compagno ideale per un barbecue tra famiglie.