Usa, elezioni. Dopo ritiro Cain, i repubblicani a caccia dei suoi voti

Mitt Romney e Newt Gingrich

WASHINGTON, STATI UNITI – Dopo l’addio del re della pizza Herman Cain, sono ora sei i candidati alla nomination repubblicana per la corsa alla Casa Bianca del novembre 2012, anche se la disputa sembra sempre piu’ una faccenda a due, tra l’ex speaker della Camera Newt Gingrich e l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney.

Negli ultimi tempi, in pole position sembra esserci Gingrich, che continua a guadagnare terreno nei sondaggi, e che sembra secondo vari analisti, destinato ad ‘ereditare’ buona parte dei sostenitori rimasti orfani del ‘pizzaiolo nero’.

Una eredita’ che pero’ richiede un adeguato pedigree da conservatore da sfoggiare, come quello della beniamina dei Tea Party Michele Bachmann, o del governatore del Texas Rick Perry, che pero’ continuano a scivolare verso il fondo della classifica delle intenzioni di voto. Ma non mollano. In un dibattito tv, Perry ha quasi pregato i telespettatori di dargli ”un secondo sguardo”, ammettendo cosi’ una sorta di pessimismo, ma anche di speranza che dopo essere stato in cima ai sondaggi, ora possa risalire la china, dopo che Cain e’ stato travolto dagli scandali sessuali.

Per recuperare, la Bachmann cerca di rilanciare il suo aspetto da conservatrice, schiacciando l’acceleratore in particolare sulle sue posizione anti-establishment e anti-Washington, senza dimenticare il suo cavallo di battaglia, l’immigrazione; un argomento caro anche allo stesso Perry. Ma non sembra bastare. ”Sono un sostenitore del Tea Party e credo che la mia candidata naturale sia la Bachmann, ma voglio vedere Gingrich contro Obama, perche’ credo che grazie alla sua esperienza come presidente della Camera sappia molto di come funziona questo Paese”, ha affermato un elettore conservatore citato da Politico.com, assieme a diversi altri che esprimono opinioni del tutto simili.

Opinioni che Gingrich non dimentica di corteggiare, quando dice che ”non si puo’ avere il cambiamento desiderato, il cambiamento che vuole il Tea Party, eleggendo solo brave persone che non capiscono la battaglia in cui verranno a trovarsi”. Anche Romney cerca di ‘vendere’ la sua esperienza, non tanto pero’ di politico quando di uomo d’affari, ricordando che il successo iniziale di Cain e’ stato in buona parte decretato proprio da coloro che volevano vedere approdare alla Casa Bianca il fiuto che con la sua catena di pizzerie ha dimostrato di avere per gli affari.

Mormone, ex businessman di grande successo, Romney e’ stato gia 3 anni fa candidato alla Casa Bianca, ma con il suo eloquio calmo e compassato non riesce a scaldare le folle, soprattutto non attrae il voto degli estremisti anti-tasse del Tea Party. Come del resto si e’ visto con l’ultimo sondaggio nello Iowa, uno stato con una forte componente di elettori conservatori da dove tra un mese iniziera’ finalmente la cavalcata delle primarie da cui uscira’ ufficialmente lo sfidante di Obama.

Secondo una ricerca realizzata tra il 27 e il 30 novembre dal quotidiano Des Moines Register, Gingrich gode di un solido 25 per cento dei consensi, seguito a sorpresa dal deputato del Texas Ron Paul, con il 18 per cento, e da Romney con il 16 per cento. Gli altri, hanno percentuali ad una cifra, compreso Cain, che nonostante tutto godeva pero’ di un rispettabile otto per cento, che puo’ ancora fare la differenza.

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lgermini