MANCHESTER, STATI UNITI – Mitt Romney sente di aver ormai la nomination repubblicana in tasca. Una settimana fa, seppur di misura, aveva vinto nel lontano Iowa. E ora, malgrado gli attacchi furibondi delle ultime ore, si aggiudica anche il New Hampshire con un dato che sfiora il 40%, ben oltre quella soglia psicologica del 30% che lo avrebbe messo in grossa difficolta’ tra gli strateghi del Grand Old Party.
Una doppietta che lo lancia spedito verso la prossima tappa, a questo punto forse decisiva, del 21 gennaio in South Carolina. Accompagnato dalla famiglia onnipresente, si presenta sul palco di un padiglione della lussuosa Southern New Hampshire University di Manchester pochi minuti dopo che le maggiori catene tv hanno sancito il suo trionfo. Di fronte a lui, una folla selezionatissima di fan, ma anche di grandi finanziatori.
Tra loro manager di successo, signore cariche di gioielli, ragazzi in blazer blu e cravatte regimental usciti dalle migliori universita’ dell’Ivy League. Un pezzo di quel 1% di supericchi, formato da finanzieri e banchieri, contro cui un il movimento di Occupy Wall Street manifesta da mesi in tutti gli Stati Uniti. Un gruppetto di manifestanti è qui, fuori dalla sala, a chiedere che i ”soldi stiano fuori dalla politica”.
E basta vedere la lunga fila di Escalade, Jaguar e Mercedes parcheggiate intorno all’università per capire qual e’ il mondo di riferimento di Romney. Selezionata anche la stampa: nel grande salone in cui parla entrano solo i giornalisti accreditati da tempo. Per il restante popolo itinerante dei media e’ allestita una comoda sala dove Mitt e’ visibile solo in tv. In trenta minuti lancia alcuni messaggi molto chiari.
Il primo ai suoi concorrenti. Senza mai citarne uno per nome, invita pero’ tutti a smetterla di screditarlo e ostacolarlo: ”Non giocate a favore di Obama. Negli ultimi giorni ho visto alcuni repubblicani disperati unirsi a lui. Un errore per il nostro partito e per la nostra nazione. Questo Paese ha gia’ un leader che tenta di dividerci con una politica piena d’odio e d’invidia”. Quindi rivolge un appello agli elettori del South Carolina: ”Da qui chiediamo alla brava gente del sud di unirsi ai cittadini del New Hampshire per fare del 2012 l’anno del fallimento di Barack Obama”.
Un discorso forte, in cui ha anche ripreso il tema, a lui caro, della polemica contro l’Europa, incapace di superare la crisi, riecheggiando una sorta di anacronistico isolazionismo americano. ”Obama vuole farci diventare un Paese europeo”, attacca Romney. Dentro la sala scoppia l’applauso. E ritma ”Mitt’, Mitt”. In sala stampa molti cronisti europei si guardano sbigottiti, e poi la loro protesta vola su Twitter. Katty Kelly della Bbc: ”Mi piacerebbe vedere come Romney si presentera’ al suo primo tour tra i paesi socialisti che secondo lui costituiscono l’Ue, una realta’ in cui evidentemente non crede”.
Un altro cronista: ”Continua a denigrare cosa l’Europa e’ diventata, e finge di non sapere che la Germania ha una disoccupazione al 5,5%”. Ma sono polemiche che non sfiorano Romney. Ormai si sente il predestinato, piaccia o non piaccia, a sfidare Obama. Del presidente forse non ha il carisma, ma certamente il look. Tempo fa, Clint Eastwood, repubblicano ma fan di Ron Paul disse di lui: ”Se dovessi fare un film sull’inquilino della Casa Bianca sceglierei Romney come attore principale”.
Ma se Romney sente di avere la nomination in tasca, non tutti sono d’accordo. Il 21 gennaio dovrà affrontare la primaria della Carolina del Sud, dove solo i candidati repubblicani che hanno vinto sono poi riusciti a conquistare la nomination. In quello stato lo aspetta un impressionante sbarramento di spot, che non c’era ne’ nello Iowa nè nel New Hampshire. Il super PAC (Political Action Committee) di Newt Gingrich ha già cominciato a trasmettere un documentario anti-Romney da 3 milioni di dollari basato su quando era un finanziere d’assalto a capo della Bain Capital.
Poi, rilevano gli analisti, per Romney la più grande sfida da affrontare nella Carolina del Sud e altrove è che in molti stati gli elettori non sono affatto simili a quelli del New Hampshire, di cui il 60 per cento è moderato o progressista sulle questioni sociali. Romney dovrà anche sconfiggere l’immagine di ricco ”avventuriero di Wall Street” che Casa Bianca e concorrenti gli hanno affibbiato, specialmente in vista della primaria della Carolina del Sud, lo stato più povero nelle gare svoltesi finora.