Usa 2012, terzo dibattito decisivo tra Obama e Romney

Mitt Romney e il presidente Obama

WASHINGTON, STATI UNITI – Tocca a Bob Schieffer, un veterano della tv americana, uomo di punta e simbolo della Cbs News, moderare il terzo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney, che potrebbe decidere a chi andrà la Casa Bianca, in programma a Boca Raton, Florida, lunedi’ alle 21 (ora locale, le tre di notte in Italia).

Si tratta dell’ultimo atteso appuntamento di questa lunga campagna elettorale all’insegna dell’assoluta incertezza. Basta guardare i sondaggi: entrambi i candidati sono al 47 per cento.

I voti del collegio elettorale sono sono 538, per cui, in teoria il prossimo 6 novembre e’ possibile un pareggio tra Barack Obama e Mitt Romney a quota 269 voti elettorali ciascuno. A quel punto, chi andrebbe alla Casa Bianca? La legge americana parla chiaro. La parola passa a Capitol Hill. Il presidente degli Stati Uniti verrebbe eletto dalla Camera dei Rappresentanti, mentre il suo numero due dal Senato.

Barack Obama è volato a Camp David e Mitt Romney in Florida. Entrambi hanno usato il week end per prepararsi a fondo per dare il meglio e convincere gli ultimi incerti, a due settimane dall’election day. Dara’ loro la parola, Schieffer, settantacinque anni, conduttore dal 1991 del popolare show della domenica ‘Face The Nation’, uno dei pochi giornalisti Usa ad aver coperto tutti e quattro i grandi luoghi del potere di Washington, non solo la Casa Bianca, ma anche il Pentagono, il Dipartimento di Stato e il Congresso. E’ un grande amico di Jim Lehrer, il contestato giornalista finito sott’accusa per essersi fatto mettere sotto dai due candidati, in realta’ da Romney più dell’apatico Obama, durante il primo dibattito di Denver, il 3 ottobre.

Com’è ovvio in questi casi, ha già fatto sapere che eviterà di compiere gli stessi errori. A suo favore gioca una notevole esperienza e tanti test passati sempre con successo. In particolare, Schieffer e’ una sorta di specialista in duelli finali, in spareggi in tv. Nel 2004, ‘arbitro’ il terzo scontro tra George W. Bush e John Kerry. E quattro anni dopo, esattamente il 15 ottobre 2008, modero’ il duello conclusivo tra Barack Obama e John McCain, un dibattito egemonizzato dalla polemica sul celebre Joe The Plumber, il giovane idraulico conservatore che contesto’ Obama e che divenne il simbolo della riscossa dei repubblicani nell’ultimo scorcio di campagna elettorale.

Stavolta, pero’, non si parlera’ di economia, di lavoro e di tasse. Nel salone della Lynn University, Obama e Romney si confronteranno sui temi della politica estera. Il format torna a essere quello del primo dibattito: non ci saranno le domande dal pubblico, ma sara’ Schieffer a tastare il polso dei due candidati sulla loro visione del mondo. Come sempre 90 minuti di trasmissione, divisi in sei segmenti di 15 minuti ciascuno. Domanda, risposta di due minuti ed eventuale spazio per replica. Di politica estera – che peraltro agli americani interessa poco – Romney non ne sa molto, certo meno di Obama dopo quattro anni alla Casa Bianca. Questa disparità, azzarda qualcuno, nel dibattito potrebbe favorire il presidente.

Gli argomenti saranno i soliti: lo stesso Schieffer ha annunciato che parlera’ del ruolo dell’America nel mondo, dell’interminabile guerra in Afghanistan e delle relazioni con il Pakistan, del dossier iraniano e dei rapporti con Israele, del terrorismo in ripresa in Medio Oriente, della Siria, della Libia e dei rapporti tra gli States e il gigante cinese. Schieffer e’ una icona del giornalismo televisivo americano. Alla vigilia del dibattito, a nessuno conviene mettere in dubbio la sua correttezza e imparzialità. Tuttavia, lui stesso ha qualche conticino in sospeso con Mitt Romney: qualche mese fa, la campagna elettorale del candidato repubblicano diffuse uno dei tanti spot, dal titolo ‘Hope and Change’, in cui si sottolineavano tutte le promesse di cambiamento di Barack Obama, non mantenute.

Ma nello spot, per dare più forza al messaggio, compariva per alcuni secondi proprio Schieffer che in trasmissione si lamentava proprio di questo. Un’operazione di montaggio con lo scopo di ‘arruolare’ uno dei volti arcinoti della tv per dar piu’ credibilita’ alla propria tesi. Peccato per Romney che Schieffer la prese malissimo. E poche ore dopo la trasmissione della pubblicita’, in diretta tv, seppur con il sorriso del gentleman, prese duramente le distanze, attaccando lo staff di Romney e precisando al suo pubblico che era stato fatto tutto senza che lui ne sapesse nulla, senza alcuna autorizzazione. ‘’Ma questa e’ la politica..sapete come vanno queste cose…’’, disse rassegnato.

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lgermini