La sua dipartita sarebbe considerata un’altro segnale che la presidenza di Barack Obama è stata finora più travagliata di quanto non ci si aspettasse, scrive il Daily Telegraph. Ma se ne andrà veramente? Il nome di Rahm Emanuel, capo di gabinetto alla Casa Bianca, a Washington è sulla bocca di tutti. Poco dopo essere stato assunto, Emanuel confidò ad un amico: ”Questo è un lavoro per 18 mesi”.
Mese più mese meno, dicono le voci che circolano nella capitale, Emanuel avrebbe in programma di andarsene dopo le elezioni di medio-termine a novembre. Immediata la smentita della Casa Bianca per bocca di un alto funzionario ”Assolutamente ridicolo”.
Un’altra voce afferma che sebbene Emanuel, 50 anni, intrattiene buoni rapporti col presidente, i due avrebbero concordato che sarebbe rimasro al suo posto solo fino al termine di metà mandato. Inoltre i suoi amici non fanno ministero della sua paura di perdere i contatti con la sua famiglia dato il lavoro massacrante che deve svolgere alla Casa Bianca.
Nella ridda di voci si è inserita anche quella di un ex-funzionario dell’amministrazione di Bill Clinton, secondo il quale ”la dipartita di Emanuel non sorprenderebbe nessuno”, dopo le elezioni di novembre quando i democratici devono battersi per conservare le loro maggioranze alla Camera e al Senato.
Voci a parte, si sa che l’atteggiamento pragmatico di Emanuel – un veterano del Congresso dove era noto per la sua capacità di risolvere le questioni tramite compromessi – mal si concilia con i più stretti collaboratori idealisti che hanno seguito Obama fino alla Casa Bianca.
Il suo atteggiamento arrogante ha dato fastidio a molti, mentre i più stretti collaboratori di Obama lamentano che Emanuel non ha spianato come dovuto la strada del programma legislativo del presidente al Congresso, come ci si aspettava che facesse data la sua trascorsa esperienza. ”Ciascuna votazione è stata dura – osserva un acoltato consulente democratico – dalla riforma sanitaria, al problema energetico, alla riforma finanziaria”.
Un altro esponente democratico rileva: ”I democratici non hanno sorretto il presidente come fecero i repubblicani per George Bush, e mettere i riga i parlamentari è un lavoro che spetta ad Emanuel”.
Se tutti gli osservatori e gli analisti concordano che Emanuel non resterà alla Casa Bianca fino alla fine del mandato di Obama, altrettanta concordia non c’e’ sulle ipotesi di quale incarico attribuirgli una volta lasciata l’amministrazione. Lui ha più volte espresso il desiderio di diventare sindaco di Chicago, sua città natale, ma il mandato dell’attuale sindaco, Richard Daley scade nel 2011, e le probabilità che non si ripresenti per un secondo mandato sono scarse.