I malati di Aids potranno finalmente viaggiare, lavorare, e muoversi negli Stati Uniti. A partire dal 4 gennaio l’America rompe un altro tabù: dal 1987 le persone sieropositive non potevano entrare negli Usa.
«Da domani diventa esecutiva le legge, depositata lo scorso 2 novembre, che cancella il divieto di ingresso e permanenza negli Stati Uniti per le persone affette da Hiv/Aids, in vigore dal 1987», spiega la Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila).
«A fine ottobre è stato siglato, sempre da Barack Obama, il Ryan White Hiv/Aids Treatment Extension Act, accompagnato dall’annuncio della volontà di tenere nel 2012 la Conferenza mondiale sull’Aids proprio negli Stati Uniti».
«È finalmente finita una ingiusta e pericolosa discriminazione, che per oltre vent’anni ha provocato divisioni nelle famiglie, perdite di opportunità di lavoro, e difficoltà nel seguire le terapie, per tante persone sieropositive», ha dichiarato la presidente Lila Alessandra Cerioli. «Dopo anni di battaglie delle associazioni e delle istituzioni internazionali che combattono l’Aids – ha proseguito – è stato eliminato un divieto assurdo, giustificato dal solo pregiudizio, privo di alcun ragionevole fondamento o di evidenza scientifica. E totalmente inutile, se non dannoso».
Il divieto di ingresso e permanenza per le persone sieropositive è ancora vigente in Cina, mentre in Russia, Australia, Canada e altre nazioni, per un totale di circa 60, ci sono restrizioni su ingresso o permanenza, e 27 prevedono addirittura la deportazione.
In Europa e Asia Centrale «sono 21 i Paesi che considerano ancora le persone sieropositive una minaccia per la salute pubblica e hanno norme discriminatorie».