WASHINGTON, STATI UNITI – Charles ”Chuck” Colson, una delle personalita’ della Casa bianca coinvolte nella scandalo Watergate che nel 1974 porto’ alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, e’ morto all’eta’ di 80 anni in un ospedale della Virginia.
Inseguito per anni dalla fama di essere ”un artista degli sporchi trucchi” e ”un genio malefico”, capace di dire, e di confermare a distanza di anni, che sarebbe stato pronto ”a passare sul cadavere di mia nonna” pur di ottenere la rielezione di Nixon, dopo aver scontato una condanna a sette mesi di prigione divenne un leader evangelico, affermando di essere ”nato di nuovo”.
Tra gli ”sporchi trucchi” di cui si rese protagonista spicca in particolare la compilazione che fece di una ”lista di nemici”, in cui comparivano i nomi di uomini politici, giornalisti e attivisti che riteneva rappresentassero una minaccia per Nixon.
Tra di loro c’era un alto funzionario del Pentagono, Daniel Ellsberg, contro cui orchestro’ una campagna di diffamazione sospettandolo di aver fatto filtrare al Washington Post e al New York Times informazioni top-secret sulla guerra in Vietnam, le cosiddette, celeberrime ”Pentagon Papers”
Nella vicenda del Watergate Colson non ebbe un ruolo da diretto protagonista, ricorda il Washington Post, ma fu comunque lui a telefonare nel febbraio del 1972 al Comitato per la Rielezione del Presidente per chiedere di avviare al piu’ presto un non meglio precisato ”programma di intelligence”, e fu proprio il ‘team’ che aveva reclutato per il lavoro contro Ellsberg a fare irruzione in una suite del Watergate, un famoso albergo di Washington, per spiare il quartier generale del partito democratico in un anno elettorale. Dopo varie vicende gli infiltrati vennero arrestati e le loro testimonianze fecero esplodere lo scandalo.
A causa della sua reputazione, Colson lascio’ lo staff della Casa Bianca nel 1973, un’anno prima delle dimissioni di Nixon, e fu per la vicenda Ellsberg che fini’ in prigione, dove ebbe l’idea di creare un’associazione che si occupasse di promuovere riforme del sistema carcerario e di favorire la conversione cristiana dei detenuti. Ma la sua attività di predicatore non fu mai presa sul serio. Scrisse in proposito il Boston Globe nel 1973: ”Se Colson può pentirsi per i suoi peccati, allora lo possiamo fare tutti”.
Diversamente la pensava l’ex-presidente George W. Bush che lodò l’attività di Colson e lo invitò alla Casa Bianca, citando il suo esempio e sostenendo che le iniziative basate sulla fede possono aiutare l’America.
Colson ammise di aver sbagliato nell’aver ideato e di aver partecipato alle malefatte di Nixon, ma ha sempre conservato un profondo astio per Mark Felt, con cui aveva lavorato, l’ex-agente dell’Fbi passato alla storia come ”Gola Profonda” che segretamente forniva informazioni sugli ”sporchi trucchi” della Casa Bianca ai giornalisti del Washington Post Bob Woodward e Carl Bernstein. La vera identità di ”Gola Profonda” è stata svelata solo nel 2005.