Usa. Repubblicani in crisi dopo sconfitta cercano di elaborare strategia

Il simbolo del partito repubblicano

WASHINGTON, STATI UNITI – La destra americana in crisi cerca una linea comune. A piu’ di due mesi dalla sconfitta alle presidenziali, i leader del Grand Old Party si sono riuniti in una due giorni a porte chiuse a Williamsburg, in Virginia, a un’ora da Washington.

Una sorta di ritiro in uno degli stati tradizionalmente conservaori d’America, durante il quale i repubblicani hanno cercato di trovare un’unita’ interna soprattutto sulla linea da tenere nel prossimo dibattito parlamentare di maggior rilievo per l’economia americana, quello sull’innalzamento del debito.

Nessuno di loro vuole ripetere la debacle patita a fine anno sul fiscal cliff, quando la stragrande maggioranza del partito ha votato contro l’intesa siglata dal suo capo negoziatore, lo Speaker John Boehner. Ovviamente, anche stavolta, si confronteranno gli esponenti del Tea Party, gli estremisti anti-tasse, con l’ala piu’ moderata.

Se riusciranno a trovare un punto in comune, una sintesi in grado di rilanciare le loro chance di vittoria, si vedra’ molto presto: il primo test parlamentare arrivera’ a meta’ febbraio, quando si comincera’ a discutere del tetto del debito.

Quindi, a meta’ marzo, quando a Capitol Hill si dovra’ votare sulla seconda parte dell’accordo sul fiscal cliff, sulle misure da prendere per evitare di nuovo il precipizio fiscale. Sul futuro della destra americana, arriva l’analisi severa del politologo Larry Sabato, direttore del Center for Politics alla University of Virginia: ”Se i repubblicani non capiscono fino in fondo i loro errori alle ultime elezioni di novembre, finiranno per ripeterli anche in futuro. Per recuperare serve loro una svolta radicale”.

”Tra loro sento dire troppo spesso – spiega Sabato – che la scelta di Mitt Romney, un candidato sbagliato, spiega tutto. E che un migliore lavoro sui social media e sul corpo elettorale in futuro risolvera” ogni problema. Ma non e’ cosi’. Non si rendono conto che il loro elettorato s’e’ fortemente ristretto, basti pensare alla loro scarsa presenza tra le minoranze. Quindi – conclude Sabato – o si aprono verso queste nuove fasce elettorali, o rimarranno un partito puro e minoritario per molti anni ancora”.

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lgermini