WASHINGTON, STATI UNITI – Il segretario alla Difesa Leon Panetta ha avvertito che sugli Stati Uniti grava lo spettro di una ”cyber-Pearl Harbor” perchè i sistemi informatici dei network finanziari, degli impianti di produzione dell’energia o di gestione dei trasporti, sono sempre piu’vulnerabili agli attacchi di hacker di ”una nazione aggressiva o di un gruppo estremista”.
Il Pentagono non sta certo a guardare. Ha in corso da anni piani di sviluppo per difesa nel cyberspazio, e ovviamente anche per l’attacco; ma e’ anche necessaria una legislazione che stabilisca nuovi standard per il settore privato che gestisce infrastrutture considerate vulnerabili.
Con ”cyber-strumenti”, ha detto Panetta in un discorso in un museo militare a New York, i nemici degli Usa potrebbero causare ”distruzioni e perdite di vite umane”, facendo ”deragliare treni passeggeri, o peggio, far deragliare treni passeggeri carichi di agenti chimici letali. Potrebbero contaminare le riserve idriche di grandi citta’, o interrompere la rete elettrica in ampie parti del Paese”.
E in uno scenario di guerra totale, ha detto, ”potrebbero essere lanciati attacchi multipli alle nostre infrastrutture, contemporaneamente ad attacchi fisici” e il risultato sarebbe ”una cyber Pearl Harbor che… paralizzerebbe e scioccherebbe la Nazione, creando un nuovo, profondo senso di vulnerabilita”’. Per proteggere il Paese, ha detto ancora Panetta, il Congresso deve approvare una legge sulla ”cybersicurezza”. Un disegno del genere e’ gia’ stato sottoposto a Capitol Hill, ma ad agosto e’ stato bloccato da un gruppo di repubblicani, guidati dal senatore John Mc Cain, che hanno sostenuto la posizione della Camera di Commercio Usa secondo cui la nuova normativa sarebbe troppo onerosa per le aziende del settore privato.
Lo scorso dicembre e’ peraltro emerso che proprio la Camera di Commercio e’ stata vittima per oltre un anno di un intenso cyberspionaggio da parte di un gruppo di hacker cinesi. Alcune settimane prima, in un documento elaborato per il Congresso dall’organismo nazionale per il controspionaggio, Washington aveva gia’ esplicitamente accusato Cina e Russia di spionaggio informatico ad agenzie governative, aziende e universita’ americane: un ”furto” di informazioni che nel rapporto viene descritto come una minaccia alla sicurezza economica nazionale.
A gennaio, annunciando una ‘cura dimagrante’ da 450 miliardi di dollari per il Pentagono, il presidente Barack Obama aveva sottolineato che, per far fronte alle ”sfide del futuro”, il budget militare Usa ”deve essere elaborato in base ad una strategia, e non il contrario”. In questo senso, accanto a lui Panetta aveva annunciato, nonostante i tagli, nuovi investimenti in particolare in settori come quello delle forze speciali, delle nuove tecnologie, dello spazio e del cyberspazio.
Nella primavera scorsa e’ poi trapelato che il Pentagono ha da tempo avviato un programma, definito ‘Plan X’, per potenziare al massimo le capacita’ militari Usa sui ”campi di battaglia digitali”, con cui ha fortemente ampliato l’attenzione dalla difesa all’attacco, per mantenere ai massimi livelli la ”superiorita’ militare” degli Stati Uniti nel mondo. Perche’, come ha affermato ora pubblicamente Panetta, ”per fermare un attacco informatico non basta potenziare le difese”, e’ necessario avere anche ”un’opzione per agire contro coloro che ci attaccano” e ”respingere le minacce al nostro interesse nazionale nel cyberspazio”.