Usa avvertono Khamenei: risponderemo a chiusura Stretto di Hormuz

L'Ayatollah Ali Khamenei

WASHINGTON, STATI UNITI – L’amministrazione del presidente Barack Obama ha fatto sapere tramite un canale segreto al leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, che la chiusura dello Stretto Di Hormuz provocherebbe una decisa risposta americana, secondo quanto scrive il New York Times citando funzionari della Casa Bianca.

I funzionari hanno rifiutato di descrivere la natura del contatto tra i due governi e di rendere noto se vi è stata una replica iraniana. La notizia dell’avvertimento fa seguito a ripetute dichiarazioni di membri dell’amministrazione secondo cui l’Iran varcherebe ”una linea rossa” se effettivamente, come ha minacciato di fare, chiudesse lo Stretto, una via d’acqua strategicamente cruciale che collega il Golfo Persico al Golfo di Oman dove transitano ogni giorno 16 milioni di barili di petrolio, un quinto del commercio mondiale.

L’avvertimento fatto pervenire a Khamenei è particolarmente minaccioso giacchè lo scorso weekend il capo degli stati maggiori riuniti, generale Martin Dempsey, ha detto che nel caso di chiusura dello Stretto gli Stati Uniti ”reagirebbero per riaprirlo”, il che potrebbe avvenire solo con mezzi militari, inclusi dragamine, navi da guerra e bombardamenti aerei. Alle dichiarazioni di Dempsey si sono aggiunte quelle del ministro della difesa Leon Panetta, il quale ha detto nel corso di un parata militare in Texas che ”gli Stati Uniti non tollererebbero la chiusura dello Stretto da parte dell’Iran”.

Il New York Times riferisce che il canale di comunicazione segreto è stato scelto per avvertire privatamente l’Iran della gravità delle preoccupazioni americane riguardo all’aumento delle tensioni nello Stretto, dove secondo alti ufficiali della marina Usa esiste il pericolo che il comandante eccessivamente zelante di una unità da guerra delle Guarde Rivoluzionarie possa prendere spontaneamente una iniziativa tale da scatenare una grave crisi.

”Se mi chiedete cosa mi tiene sveglio la notte”, ha dichiarato a Washington il comandante delle operazioni navali americane, ammiraglio Jonathan Greenert, ”è lo Stretto di Hormuz e quanto sta accadendo nel Golfo Arabico”. Dal canto loro, funzionari dell’amministrazione e analisti continuano però a credere che le minacce di Teheran sullo Stretto siano una ”sbruffonata” e un tentativo di provocare un aumento del prezzo del petrolio. Essi rilevano che bloccare l’uscita della grande maggioranza delle esportazioni petrolifere iraniane – e l’importazione di alimentari ed altri prodotti al consumo – equivarebbe al suicidio economico.

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lgermini